(ANSA) - ROMA, 25 GIU - Il tema dell'identità e della sua
trasformazione, nel confronto costante e contraddittorio tra
uomo, personaggio e artista in una delle figure più celebri
della storia dell'arte è al centro di "Andy Warhol - Pop Art
Identities", la mostra in programma all'Auditorium Stravinski di
Montreux, Svizzera, fino al 29 agosto. Inaugurata il 10 giugno,
l'esposizione, prodotta e organizzata dall'Associazione
MetaMorfosi e curata da Maurizio Vanni, racconta Andy Warhol a
tutto tondo, evidenziandone il talento provocatorio e il
carattere enigmatico, grazie a una cospicua selezione, oltre
160, di opere originali e film inediti. Ma la mostra segna anche
l'ideale e un po' nostalgico "ritorno" a Montreux del Padre
della Pop Art che proprio qui, nel 1986, realizzò a 4 mani
insieme a Keith Haring il manifesto ufficiale del Montreux Jazz
Festival. Approfondendo il tema dell'identità - e quindi
focalizzando l'attenzione sulle scelte, sulle prese di
posizione, sui suoi stati d'animo e sul suo atteggiamento nella
vita pubblica e privata - il progetto espositivo mira a chiarire
se Warhol possa essere considerato davvero un artista o invece
"solo" un abile e intraprendente pubblicitario capace di dare
forma, colore e speranza ai desideri più nascosti delle persone.
Sette le sezioni in cui il percorso è articolato, per
ripercorrere tutte le fasi della carriera di Warhol: dai
ritratti celebri (con le serie dedicate a Marilyn e Mao
Tse-Tung) in cui si affrontano le evoluzioni tecniche e
stilistiche in relazione al rapporto tra la serialità della
serigrafia fotografica e gli interventi successivi alle
popolarissime Icons, gli oggetti d'uso quotidiano resi
immortali, come la zuppa Campbell e le banconote dei dollari
americani. E ancora, i Ready-made, dalla bottiglia di Coca Cola
alla chitarra dei Rolling Stones, con gli oggetti che vengono
proposti come opere d'arte, e i Flash, con undici serigrafie che
raffigurano la rappresentazione mediatica dell'assassinio del
Presidente John F. Kennedy del 22 novembre 1963. Non manca poi
la sezione Ladies and Gentleman, che illustra il progetto
fotografico del 1975 in cui Warhol immortalò alcune drag queen
newyorkesi, quella dedicata alle copertine dei dischi (a partire
dalla banana disegnata per il primo album dei Velvet
Underground) e Beyond the objects, che presenta le serie
Camouflage e The only way out is in, una sorta di congedo dal
mondo (l'artista morirà pochi mesi dopo) in cui Warhol invita il
pubblico ad andare oltre la superficie delle cose, a cercare
nuovi significati negli oggetti di consumo. «Più di 160 opere
originali ci fanno comprendere come le idee di Warhol
mascherassero precise strategie creative che, in alcuni casi, si
sono alimentate per caso - spiega il curatore della mostra
Maurizio Vanni - Per essere sicuro di essere uno strumento che
proiettasse nel futuro tutte le cose nella loro essenza e
soprattutto per mostrarle sotto una nuova luce, Warhol smise di
disegnare e di dipingere, ideando tecniche artistiche personali
capaci di garantire l'unicità nella serialità". (ANSA).