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Covid: Gb, un sesto delle strutture ospedaliere in allerta

Redazione Ansa

(ANSA) - LONDRA, 06 GEN - Sono 24 le aziende sanitarie del servizio pubblico britannico (Nhs), vale a dire circa un sesto dei 'trust' presenti nel territorio dell'Inghiltera, di gran lunga la maggiore nazione del Regno Unito, ad aver dichiarato in questi giorni uno stato di allerta ("critical incident" in inglese) in seguito all'ondata di contagi Covid alimentati dalla variante Omicron. Lo rivelano fonti di governo evocate oggi dal Guardian, dopo che il premier Boris Johnson ha riconosciuto ieri in Parlamento "l'enorme pressione" causata al momento da Omicron su vari ospedali pubblici, e destinata a crescere in media per almeno un paio di settimane ancora secondo le attese, ma ha insistito sul no a nuove restrizioni modello lockdown.
    Limitandosi a confermare le misure parziali del suo cosiddetto piano B in vigore sull'isola da inizio dicembre e a scommettere sull'accelerazione delle terze dosi booster del vaccino: rilanciate nel Paese nell'ultimo mese fino a una quota record in Europa. Il ministro dei Trasporti, Grant Shapps, ha peraltro notato come la dichiarazione di situazioni di allerta da parte di strutture ospedaliere dell'Nhs non sia inusuale nella stagione invernale anche a prescindere dalla pandemia. Mentre a confortare il governo vi sono indicazioni, ancora da consolidare, che sembrano mostrare comunque una frenata nell'incremento dei ricoveri per Covid a Londra, già epicentro della diffusione di Omicron, con la prospettiva del raggiungimento di un plateau dei contagi. Indicazioni che spingono alcuni esperti citati dal Sun a ipotizzare un rilassamento dell'emergenza nel Regno "entro tre settimane".
    (ANSA).
   

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