PhotoGallery

Capitano Ultimo, senza volto tra i poveri del mondo

La sua 'Casa Famiglia' ospita rifugiati, indigenti e giovani con problemi con la giustizia

Redazione Ansa

FOTO di MARTINO IANNONE e ETTORE FERRARI

Dalla lotta a Cosa Nostra alle accuse, poi prosciolto, di favoreggiamento ai boss, alle inchieste sulle Ecomafie, ora tra i poveri e gli emarginati della Terra. Segna un nuovo capitolo il romanzo militare e umano del Capitano Ultimo, al secolo Sergio De Caprio, classe 1961, l’uomo senza, colonnello e vice comandante dei carabinieri per la Tutela dell’Ambiente. L’ennesima sfida di Ultimo, l’uomo che ammanettato Totò Riina, è l’associazione ‘Volontari Capitano Ultimo Onlus’ messa in piedi dal nulla con l'aiuto e l'appoggio dell'attore Raul Bova (suo interprete nella miniserie televisiva ‘Ultimo’) e della Nazionale italiana cantanti. Ha preso vita così, nella tenuta La Mistica, alla periferia Sud-Est di Roma, la casa famiglia ‘Capitano Ultimo’ per il recupero e il reinserimento di minori disagiati o figli di famiglie segnate dal crimine.

 

Colonnello, come è nata questa idea?
“L’idea è nata da un profondissimo senso di colpa – spiazza De Caprio intervistato in video da Ansa.it rigorosamente in incognito, di spalle con addosso una giacca mimetica militare e incappucciato da una felpa azzurra -. Non possiamo delegare ad altri, a specialisti, organizzazioni, l’impegno per la povera gente, per impedire che nel XXI secolo ci siamo ancora persone che non hanno da mangiare, che non hanno da dormire, che sono sole e abbandonate: è un crimine contro l’umanità. Le parole sono parole, impegnarsi è un dovere e l’ho fatto perché, insieme ai ‘miei’ carabinieri e alle persone della società civile che collaborano con noi, crediamo che l’impegno siano una preghiera e la nostra lotta”.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it