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Tsipras, dalla piazza a capo del Governo greco

L'ingegnere che sfida la Troika e' diventato premier

Redazione Ansa

di Furio Morroni

"Mi metterò la cravatta solo quando ci sarà l'haircut sul debito greco". Noto per la sua allergia a quel capo d'abbigliamento 'borghese', Alexis Tsipras lo ha promesso ieri parlando con i giornalisti a Creta. Ora che la sua Syriza ha sbancato le urne in Grecia e lui sta per diventare premier, dovrà pensarci seriamente. Informale ed affabile con la stampa, chi lo conosce bene lo definisce "un perfezionista", capace anche di portare i suoi collaboratori sull'orlo di una crisi di nervi. Oltre che per la Grecia, anche per Tsipras, 41 anni, ingegnere civile, quella di oggi è stata "una giornata storica", come egli stesso l'ha definita stamattina davanti ad una selva di giornalisti e fotoreporter dopo aver votato nel seggio del quartiere ateniese di Kypseli, dove abita. "Oggi i greci devono decidere se domani la troika deve ritornare in Grecia per proseguire ciò che ha fatto con il governo Samaras, ovvero tagliare ancora stipendi e pensioni", oppure "votare per difendere la propria dignità". "E' ovvio - ha ammiccato poi - che tutti voi siete qui per registrare un momento storico".

Nonostante anche in questa campagna elettorale, come nelle precedenti, Tsipras si sia presentato come uomo del popolo e rappresentante della classe operaia, in effetti Alexis conosce meglio una vita fatta di agi e molto meno il duro lavoro in fabbrica. Nato ad Atene il 28 luglio 1974, quattro giorni dopo la caduta del regime dei colonnelli, proviene da una famiglia della media borghesia e, mentre studia, comincia a fare politica nel movimento dei giovani comunisti. La sua carriera inizia a decollare nel 2006, quando si fa notare arrivando terzo nella corsa per la poltrona di sindaco di Atene.

 

 

 

L'ingresso in Parlamento invece risale al 2009, con Syriza. Che negli anni successivi cresce impetuosamente. Il leit-motiv di Tsipras nelle ultime settimane è stato uno solo: ottenere dagli elettori la maggioranza per far sì che Syriza potesse formare un governo monocolore ed attuare senza intralci il suo programma. Eliminare l'austerità imposta dalla troika "che ha messo in ginocchio la Grecia", e con essa anche la vecchia e corrotta classe politica, che si è letteralmente "mangiato" il Paese. "Abbiamo la volontà, il coraggio e la determinazione di dare battaglia, e di vincerla, per un grande cambiamento progressista", ha arringato di continuo Tsipras nei comizi degli ultimi giorni ribadendo la convinzione che il suo partito sarebbe uscito vincitore dalle urne. E il terremoto di oggi gli ha dato ragione. "Una vittoria - aveva auspicato - che segnerà la fine delle politiche di austerità, l'allontanamento della troika dalla Grecia e che caccerà via anche il corrotto sistema politico che ha distrutto il nostro Paese". Un programma che di certo - come dimostra il risultato odierno - ha fatto ampia presa sull'elettorato, anche se negli ultimi giorni Tsipras aveva abbassato i toni più accesi affermando di voler "rinegoziare" e non cestinare il Memorandum. Resta adesso da vedere se, come ritengono vari analisti greci e stranieri, le sue promesse elettorali siano davvero contraddittorie e irrealizzabili e tali da provocare soltanto la sospensione del sostegno finanziario della troika ad Atene e l'uscita della Grecia dall'Eurozona

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