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Giustizia, La protesta in toga dei giudici onorari davanti la Camera

'Da Orlando riforma punitiva, ci vuole mandare a casa'

Redazione Ansa

Ritengono la riforma del ministro Orlando punitiva nei loro confronti perche' anziche' stabilizzarli li renderebbe ancora piu' precari. Per questo una rappresentanza di magistrati onorari ha manifestato davanti a Montecitorio, alcuni con indosso la toga con la quale tutti i giorni amministrano giustizia.

Il presidio e' stato organizzato dall'Associazione nazionale dei magistrati onorari e dall'Unione nazionale dei giudici di pace. E la protesta e' rivolta non solo contro la riforma ma anche contro il taglio previsto dalla legge di stabilita' di 20 milioni di euro sugli stanziamenti di bilancio che devono coprire i loro "gia' miseri emolumenti". Le due categoria sono da tempo sul piede di guerra. I magistrati onorari di tribunale e i vice procuratori stanno scioperando proprio in questa settimana; i giudici di pace hanno gia' incrociato le braccia un mese fa e ora si apprestano ad un bis dal 4 al 10 novembre.

Alle ragioni storiche del malcontento (la magistratura onoraria,introdotta 20 anni fa, amministra oggi l'80% della giustizia quotidiana ma non ha ne' previdenza, ferie, maternita', ne' "retribuzioni certe") si somma la preoccupazione per la riforma Orlando. "La riforma e' una sorta di punizione; anziche' riconoscere il nostro ruolo, il ministro ci vuole mandare a casa in un tempo breve, per dare spazio a giovani non qualificati e che saranno a loro volta precari", lamenta il presidente dell'Associazione nazionale magistrati onorari Fabio De Iorio. Puntano il dito contro i "contenuti inaccettabili" e di "assai dubbia legittimità costituzionale" della riforma anche i vertici dell'Unione nazionale dei giudici di pace: "si andranno ad intaccare diritti inviolabili del magistrato come persona e principi fondamentali posti a garanzia dell'indipendenza ed imparzialità del giudice, di fatto 'umiliato' al rango di un volontario disoccupato", denunciano il presidente Maria Flora Di Giovanni e il segretario Alberto Rossi.

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