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Scajola, la carriera di un ministro controverso

Dalla gaffe su Biagi, alla vicenda del Porto di Imperia, dalla casa al Colosseo caso Matacena

L'ex Ministro Claudio Scajola viene portato fuori dagli uffici della Dia

Redazione Ansa

Claudio Scajola, 65 anni, imperiese doc, e' figlio di Ferdinando Scajola, fondatore ad Imperia della Democrazia Cristiana e segretario provinciale dello stesso partito, sindaco della citta', legatissimo a De Gasperi. Cosi' legato che, si dice, Maria Romana De Gasperi fece da madrina al battesimo di Claudio. Una tradizione, quella di avere un nome storico della Dc come padrino, che si consolida anche per la cresima: in quell'occasione Claudio vene accompagnato in chiesa da Paolo Emilio Taviani. Radici profonde, quelle di Scajola, nella Dc di allora.

Tanto che a soli 14 anni mise insieme un gruppo studentesco di ispirazione cattolica e a poco piu' di 20 anni entro' nella direzione nazionale del partito. La sua sara' una carriera fulminante. A 27 anni diventa presidente dell'ospedale regionale Costaraineri, nel biennio 1982/1983 e tra il 1990 e il 1995 e' sindaco di Imperia, il piu' giovane in un capoluogo di provincia.

Esperienza, quella di primo cittadino, che interrompe quando Silvio Berlusconi gli affida la responsabilita' nazionale dell'organizzazione di Forza Italia. E di quel partito, dal 1996 al 2011 Scajola sara' coordinatore nazionale. Con Berlusconi sara' piu' volte ministro: nel 2001 e' ministro dell'Interno e come tale gestira' il G8 di Genova, nel 2003 e' nominato titolare del dicastero per l'attuazione del programma, nel 2005 e' ministro per le attivita' produttive. Quest'ultimo incarico lo conservera' solo per un anno.

Tristemente nota fu la battuta dell'allora ministro dell'Interno Scajola, che il 28 giugno 2002 defini', parlando con un paio di giornalisti, il professor Biagi ''un rompicoglioni che pensava solo al rinnovo del contratto di consulenza''. Poi, dopo le scuse, le dimissioni del politico Dc, accettate da Ciampi.

L'avvento del Governo Prodi, nel 2006, vedra' Scajola nominato presidente del Copaco, presidenza che manterra' fino al 2008 quando con il nuovo governo Berlusconi torna a fare il ministro, questa volta per lo sviluppo economico, incarico che conservera' fino al 2010.

Proprio quell'anno, lo scandalo Anemone e la questione della casa al Colosseo pagata da 'ignoti' porteranno Scajola alle dimissioni per ''potersi difendere dalle accuse''. Il nome di Claudio Scajola entra, con titoli diversi e senza che mai un giudice ne accertasse un coinvolgimento reale, in molta parte della cronaca giudiziaria. Dai fondi stanziati per l'aeroporto di Albenga agli appalti del G8 fino allo scandalo legato per la realizzazione del porto turistico di Imperia, da cui e' uscito con una archiviazione nei giorni scorsi.

Forte di una sentenza, Claudio Scajola puo' dire di diritto che sulla casa al Colosseo "ho sempre detto la verita'". E anche quell' "a mia insaputa" (riferito all'acquisto della splendida magione con vista sull'Anfiteatro Flavio costatagli un'inchiesta e il posto da ministro) che tanto lo ha perseguitato ora suona come una verita'. Claudio Scajola parla di "tre anni e 9 mesi di sofferenza, di un tempo che nessuno mi restituira' piu'". Tanto e' durata l'inchiesta che lo costrinse a dimettersi da ministro dello Sviluppo economico travolto dallo scandalo della compravendita di un appartamento a due passi dal Colosseo, stabile chic e con vista mozzafiato, inquilini vip come Lory Del Santo. "Sono stato ricoperto di fango per tre anni e mezzo - disse -. E' stato un processo mediatico".

 

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