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Pistorius, il volto che spacca il Sudafrica

Ripreso il processo all'atleta accausato dell'omicidio della sua fidanzata Reeva Steenkamp

Redazione Ansa

Passata la pausa di Pasqua,  a Pretoria e' ripreso il processo all'atleta sudafricano Oscar Pistorius per l'omicidio della sua fidanzata Reeva Steenkamp: il dibattimento si avvia alle fasi finali con la sfilata dei periti e dei testimoni della difesa, che avranno il difficile compito di risollevare le sorti processuali di Blade Runner.

Queste appaiono per lui piuttosto delicate dopo l'incalzante controinterrogatorio subito dal pm Gerrie "Pitbull" Nel, che ha messo a nudo molte contraddizioni nella versione della difesa, obbligando Pistorius a variarla più volte.

La difesa deve dimostrare che Pistorius sparò alla sua fidanzata non volontariamente, come cerca di dimostrare l'accusa ma in "buona fede", in un tragico errore, preso dalla paura nella convinzione che dietro la porta del bagno di casa sua, in piena notte, si nascondesse un intruso, un ladro. I

I periti sono chiamati a convincere che il suo handicap fisico, le gambe amputate, abbiano veramente creato in lui un senso di insicurezza fisica e di vulnerabilità. Altri esperti dovranno infine rendere credibile il fatto che le urla femminili sentite dai vicini - e che avrebbero dovuto segnalare a Pistorius che nel bagno c'era Reeva - possano essere in effetti quelle dello stesso Blade Runner, la cui voce, quando alterata, prende frequenze acute. Cioè che si sarebbe trattato delle urla di Pistorius che, accortosi del suo "errore", sarebbe stato preso dalla disperazione. Se verrà dimostrata la volontarietà dell'omicidio - in un momento di rabbia o premeditatamente - l'ex idolo dello sport rischia dai 25 anni di carcere fino all'ergastolo.

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