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Ballerino morto a Rio, 'torturato da agenti'

La madre di Douglas Rafael accusa la polizia della morte del figlio

Redazione Ansa

E' ancora pesante il clima nella 'favela' Pavao-Pavaozinho di Rio de Janeiro, dopo i violenti confronti tra abitanti e polizia, nella notte tra martedì e mercoledì, causati dalla morte del ballerino Douglas Rafael da Silva Pereira, 26 anni, residente della baraccopoli. Stamani molti negozi di Copacabana sono rimasti chiusi e le forze dell'ordine hanno rafforzato la presenza nell'area. Le armi di dieci agenti che hanno partecipato agli scontri, ingaggiando una presunta sparatoria con narcotrafficanti, sono intanto state sequestrate: una perizia ha accertato che il giovane è stato raggiunto da un proiettile e gli investigatori vogliono capire da dove sia partito il colpo. La vittima - i cui funerali si svolgeranno oggi - è stata trovata in un'intercapedine, dopo essere precipitata da un'altezza di circa 15 metri. La madre, Maria de Fatima, accusa la polizia: ''Sono assolutamente certa che sia stato torturato. Era molto ferito, c'erano segni di anfibi su tutto il corpo''. Secondo l'esperto in pubblica sicurezza, Ignacio Cano, la tragica fine di Douglas è stata la classica ''goccia che fa traboccare il vaso'', scatenando la rivolta della popolazione.

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