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Covid: negli hotel di St. Moritz la variante sudafricana

Johnson: 'In Gb somministrati 4 milioni di vaccini'. In Giappone ricoveri in ospedale a livelli record. La Francia comincia la vaccinazione di tutti gli over 75

Redazione Ansa

Le persone contagiate nei due hotel di St. Moritz chiusi dal dipartimento della salute del cantone svizzero dei Grigioni sono state infettate dalla variante sudafricana del coronavirus. E' quanto riferisce Der Spiegel, sostenendo di avere avuto una risposta a riguardo dallo stesso cantone. Dodici i casi individuati finora nella cittadina.

Secondo il media locale Engadiner Post i due hotel messi in quarantena sono il Badrutt's Palace e il Kempinski. Ospiti e dipendenti non sono autorizzati a lasciare gli hotel e non è consentito l'ingresso a persone esterne. Il dipartimento della salute ha inoltre disposto la chiusura di tutte le scuole e le scuole di sci del comune di St. Moritz. Le scuole dovrebbero passare alla formazione a distanza il prima possibile. Inoltre, è obbligatorio indossare la mascherina in tutto il comune.

In Francia intanto è' cominciata questa mattina negli 833 centri ad hoc adibiti nel Paese la vaccinazione generale per tutte le persone di oltre 75 anni al di fuori delle case di riposo (5 milioni di persone) e di quelle affette da malattie "ad alto rischio" (800.000). Da giovedì, i centralini per le prenotazioni sono stati presi d'assalto. Il ministro della Salute, Olivier Véran, in visita a Grenoble, nel sud-est, ha confermato che "entro la fine del mese avremo ampiamente vaccinato un milione di persone", obiettivo dichiarato del governo. 

Il Regno Unito sta accelerando "il più veloce possibile" nella campagna di vaccinazioni di massa anti-Covid, compatibilmente con le forniture disponibili. Lo ha sottolineato Boris Johnson nell'Oxfordshire. "Finora sono 4 milioni" i vaccini somministrati nel Paese fra prima e seconda dose, ha detto, aggiungendo che più di metà degli ultraottantenni britannici e degli ospiti delle case di riposo sono ora vaccinati. Categorie "vulnerabili" che restano "la nostra priorità assoluta" assieme al personale sanitario, ha aggiunto, difendendo tuttavia come possibile e sensata la scelta di allargare da oggi la platea anche agli over 70.

In Giappone aumentano a livelli record i pazienti positivi al Covid ricoverati in ospedale, le cui condizioni sono giudicate gravi. Il totale, a quota 970, segue le oltre 5.700 positività di coronavirus registrate ieri nell'intero arcipelago e i quasi 1.600 casi nella capitale. In un'intervista all'emittente pubblica Nhk, il ministro in carica per la gestione sanitaria, Yasutoshi Nishimura, ha esortato la popolazione a ridurre le uscite e chiesto alle aziende di rendere possibile per un maggior numero di dipendenti di lavorare da casa, per scongiurare un'estensione delle restrizioni attualmente in corso. 

In Russia Il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov ha dichiarato di essere stato malato di Covid-19 in forma lieve e di avere ora gli anticorpi. Lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. "Ho gli anticorpi perché sono passato attraverso l'infezione da coronavirus in forma lieve, ma adesso ho sentito che gli specialisti consigliano di vaccinarsi anche a chi è stato malato. Ne ho sentito parlare ieri e mi consulterò con i medici", ha detto il capo della diplomazia russa durante la sua conferenza stampa di inizio anno. 

La Cina e l'Oms "avrebbero potuto agire più rapidamente" all'inizio dell'epidemia quando si sono manifestati i primi "segnali": è quanto sostengono gli esperti indipendenti incaricati dalla stessa Organizzazione mondiale della salute di presentare un rapporto sulla gestione della pandemia. L'Oms e Pechino avrebbero potuto agire più rapidamente all'inizio dell'epidemia di Covid-19, hanno concluso gli esperti indipendenti responsabili della valutazione della risposta globale, per i quali la diffusione del virus ha beneficiato di una "epidemia in gran parte nascosta". Nella loro seconda relazione, che sarà presentata martedì in una riunione presso l'Organizzazione mondiale della sanità, gli esperti sottolineano che "riferendosi alla prima fase dell'epidemia, vediamo che sarebbe stato possibile agire più rapidamente sulla base dei primi segnali".

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