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Soro, protezione dati in pandemia base tutela diritti

Attacchi via web cresciuti fino a 91,5%. Triplicato spionaggio

Presentazione del libro 'Democrazia e potere dei dati' di Antonello Soro

Redazione Ansa

Nell'emergenza sanitaria con il ricorso massiccio al digitale la protezione dati "si è rivelata un presupposto ineludibile di ogni possibile equilibrio tra l'uomo e la tecnica, la libertà e il determinismo algoritmico". Lo sottolinea detto Antonello Soro, presidente dell'Autorità Garante per la Privacy, durante la presentazione alla Camera, alla presenza di Roberto Fico, della relazione annuale 2019. Gli attacchi informatici "sono ulteriormente cresciuti nello scorso anno: persino del 91,5% nel settore dei servizi on line e del cloud" e gli atti di spionaggio/sabotaggio "sono triplicati, in misura percentuale, rispetto allo scorso anno".

La pandemia "ha ulteriormente acuito questo fenomeno rivoltosi, addirittura, ai danni di strutture sanitarie di eccellenza anche italiane, al punto che si è proposto di qualificare tali atti come propriamente terroristici". E' indispensabile "fare della protezione dei dati, dei sistemi e delle infrastrutture un obiettivo prioritario delle politiche pubbliche". In Italia "sono ancora troppi e troppo importanti i sistemi informativi, soprattutto pubblici, caratterizzati da vulnerabilità suscettibili di pregiudicare tanto la sicurezza nazionale quanto la dignità dei soggetti i cui dati siano divulgati" Il data breach dell'Inps, è, "in questo senso, significativo". Per questo, di fronte "alla delocalizzazione in cloud di attività rilevantissime chiediamo al Parlamento e al Governo se non si debba investire in un'infrastruttura cloud pubblica, con stringenti requisiti di protezione".

L'inattesa accelerazione impressa dalla pandemia alla transizione digitale impone, per Soro, di ripensare, con altrettanta tempestività, attività come lo smartworking, risolvendo problemi come come la sicurezza delle piattaforme o l'effettività del diritto alla disconnessione. Quale contributo utile all'attività di prevenzione sanitaria, "abbiamo indicato, al Parlamento e al Governo, i principali criteri da seguire per migliorare l'efficacia delle misure adottate, in particolare rispetto al contact tracing, che sin da subito abbiamo richiesto tracciasse i contatti, non le persone" e "abbiamo auspicato in relazione all'indagine di sieroprevalenza prevista rispetto al Covid 19, con indicazioni utili alla più efficace conduzione dello studio".

Le emergenze "devono poter contemplare anche alcune significative deroghe ai diritti, purché non irreversibili e proporzionate". Il nostro Paese "sta affrontando la prova più impegnativa dal secondo dopoguerra, utilizzando anche la tecnica in modo sostenibile, a fini di utilità sociale". Il rischio da esorcizzare "è quello dello scivolamento inconsapevole dal molto evocato modello coreano a quello cinese, scambiando la rinuncia a ogni libertà per efficienza e la biosorveglianza totalitaria per soluzione salvifica".

Fra i temi, Soro si è anche soffermato su come due tra le più elevate sanzioni di quest'anno (una di 27 e l'altra di oltre 11 milioni di euro) hanno riguardato il marketing selvaggio, "fenomeno, spesso indice sintomatico di una più generale negligenza rispetto agli obblighi sanciti in materia di protezione dati". Rispetto all'azione di contrasto dell'evasione fiscale, l'azione del Garante si è rivelata"sinergica alla migliore efficacia degli accertamenti fiscali, nel rispetto peraltro del diritto dei cittadini a non essere erroneamente profilati come evasori". Nell'uso delle intercettazioni "abbiamo sollecitato l'esigenza di una più puntuale selezione del materiale investigativo" e "auspicato un supplemento di riflessione in ordine alla progressiva estensione dell'ambito applicativo del trojan" che dovrebbe "restare circoscritto".

Soro ha anche ribadito come Europa in tema di protezione dati deve "saper parlare con una voce sola". Infine il garante ha ricordato come lo stallo nelle procedure di nomina, abbia prorogato il mandato dell'attuale collegio (che sarebbe dovuto terminare il 19 giugno 2019) "oltre ogni ragionevole misura", e ha invitato il Parlamento "a procedere quanto prima all'elezione dei nuovi componenti". Un punto sul quale era intervenuto Fico introducendo Soro: "Insieme alla presidente Casellati, faremo di tutto, per quanto rientra nelle nostre possibilità perché la nomina del nuovo collegio avvenga il prima possibile".
   

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