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Huawei: se Australia non fa dietrofornt su 5G, via 1500 posti lavoro

Azienda ingaggia studio legale contro chi diffonde notizie false

Redazione Ansa

Se l'Australia non farà marcia indietro sul 5G, consentendo a Huawei di partecipare allo sviluppo delle reti, nel Paese salteranno 1.500 posti di lavoro nell'arco dei prossimi 18 mesi. Lo ha detto Jeremy Mitchell, direttore per gli affari pubblici di Huawei Australia, secondo quanto riporta il Financial Times. Il manager ha anche annunciato che l'azienda perseguirà legalmente chi diffonde notizie false e lesive della sua reputazione, in Australia e altrove.

"I nostri fornitori sono in gran parte piccole e medie imprese con circa 30 dipendenti, e in molti casi Huawei sta generando circa l'80% del loro fatturato, quindi senza di noi si trovano in grossi guai", ha detto Mitchell. "Una volta presi in considerazione i subappaltatori impiegati dai nostri principali fornitori, siamo responsabili di circa 1.500 posti di lavoro nel settore delle costruzioni di telecomunicazioni locali. A meno che il divieto per Huawei sul 5G non venga annullato, questi posti andranno persi nei prossimi 18 mesi".

Mitchell ha anche reso noto che Huawei ha assunto come consulente strategico Xenophon Davis, uno studio legale fondato dall'ex politico Nick Xenophon e dall'ex giornalista investigativo Mark Devis. "Xenophon Davis ci fornirà un'assistenza cruciale mentre cerchiamo di difenderci da attacchi malevoli da parte di entità intenzionate a causarci danni alla reputazione", ha affermato Mitchell. "Vogliamo assicurarci che la discussione sulla sicurezza informatica sia basata su fatti e non su insinuazioni infondate che purtroppo stanno dominando il dibattito attuale".
   

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