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Molenbeek, da jihad a incubatore startup

La storia del siciliano Yahiaoui, a Bruxelles per lavorare

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 8 LUG - "Dopo il diploma non vedevo prospettive in Italia, le ho trovate poi a Molenbeek, a Bruxelles, con Molengeek". Così Yahiaoui Zakaria, siciliano di 27 anni e studente di ingegneria informatica, arrivato in Belgio sei anni fa da Barcellona Pozzo di Gotto, racconta l'incubatore di start up, Molengeek, dove lavora come sviluppatore e formatore e che conta tra i finanziatori anche Google e Samsung.
    Molengeek, il cui nome è il risultato di un gioco di parole tra il nome del quartiere Molenbeek e 'geek', termine che indica una persona incline alle nuove tecnologie, cambia il volto dei quartieri dimenticati, dopo aver sviluppato progetti a Bruxelles e Padova ora punta ad Amsterdam. Fondato proprio da un giovane, Ibrahim Ouassari, di Molenbeek, uno dei quartieri più complessi della capitale belga per l'elevata disoccupazione, 29,7% nella fascia tra i 15 e i 25 anni, e cittadini di origini non belghe, offre corsi gratuiti che avviano i giovani a professioni tecnologiche.
    "Quando si parla di Molenbeek la mente va automaticamente agli attentatori, in quel periodo chi aveva Molenbeek scritto sulla carta di identità non trovava lavoro, ma le cose stanno cambiando e con Molengeek ora le grandi aziende vengono qui a cercare talenti, almeno la metà degli allievi sono del quartiere", racconta Yahiaoui. Il 93% dei ragazzi che seguono il corso di sei mesi a fine percorso trova un lavoro, uno stage o intraprende una formazione di livello superiore. "Non servono titoli, basta essere motivati, in Italia c'è chi ha lauree e dottorati in ingegneria ma non trova lavoro, qui dopo il corso quelli che prima erano per strada a chiacchierare abbandonati a se stessi, ora li vedi a capo di agenzie di design, start up, business".(ANSA).
   

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