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Cybercrime, 91% infrastrutture critiche è vulnerabile

Ricerca, Stati Uniti ed Europa le aree più in pericolo

Redazione Ansa

Nel mondo ci sono oltre 13mila infrastrutture critiche connesse a Internet, e il 91% presenta vulnerabilità che possono essere sfruttate da cybercriminali per accedere da remoto. Gli Stati Uniti e l'Europa sono le aree maggiormente in pericolo. Lo dice una indagine di Kaspersky Lab, a pochi giorni dall'approvazione dell'Ue della direttiva sulla protezione delle infrastrutture critiche in Europa.

Per infrastrutture critiche (Ics) si intendono i nodi nevralgici dei nostri paesi: trasporti, petrolio e gas, governi, istituzioni finanziarie e mediche, quasi tutte appartenenti a grandi istituzioni. Ci sono stati già esempi nel corso degli ultimi anni: un attacco hacker alla società ucrainache fornisce energia tramite il malware BlackEnergy, ad un'acciaieria in Germania e all'aeroporto di Varsavia.

"Per sua natura, l'ambiente Ics è un mix di diversi componenti interconnessi, molti dei quali sono collegati a Internet e contengono problemi di sicurezza - commenta Andrey Suvorov di Kaspersky Lab -. Non ci sono garanzie al 100% che, in qualsiasi momento, un impianto di questo tipo non abbia almeno un componente vulnerabile. Tuttavia, questo non significa che non ci sia modo di proteggere dagli attacchi informatici una fabbrica, una centrale elettrica o un isolato di una smart city". 
   

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