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Ericsson punta su Internet delle cose

Nel 2021 ci saranno 28 mld di oggetti connessi

Redazione Ansa

Un mercato da 1900 miliardi di dollari al 2020, con 28 miliardi di oggetti connessi entro l'anno successivo. E' l'Internet of things (Internet delle cose), la nuova frontiera dei servizi in rete basata sui sensori, che promette di cambiarci la vita e su cui punta con convinzione il colosso Ericsson, anche in Italia.

Il gruppo svedese ha infatti lanciato il nuovo Business Lab dedicato a questo grande settore all'interno del campus di Roma, grazie a continui investimenti in formazione. I Business Lab, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa, consentono a industrie, sviluppatori e startup di esplorare, testare e implementare prototipi e soluzioni Internet of things innovative.

Tra gli esempi possibili, il management dell'azienda svedese ha citato l'accordo con Volvo e con una impresa del Paese scandinavo per dotare gli elmetti dei ciclisti con dei sensori che "parlano" con le auto, avvisandosi a vicenda del proprio arrivo a un incrocio. O anche il monitoraggio continuo delle grandi portacontainer della Maersk, dotate di sensori per rilevare "in diretta" lo stato di avanzamento del trasporto della merce, tenendo d'occhio anche la temperatura, l'umidità e altri parametri interessanti. In generale, comunque, gli ambiti che si prestano meglio a questa tecnologia sono le utilities (in Italia ci sono 6 milioni di contatori Ericsson), i trasporti, la casa, gli uffici.

"Abbiamo impiegato - ha detto Antonio Autoliano di Ericsson Regione Mediterranea - 100 anni per connettere 1 miliardo di posti con la telefonia fissa, 25 anni per connettere 5 miliardi di dispositivi mobili, adesso tocca alla connessione tra gli oggetti", un settore "che cresce di tre volte ogni 5 anni".
   

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