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World Backup Day, 4 italiani su 10 pagano riscatti ransomware

Il 31 marzo giornata sensibilizzazione sulla sicurezza dei dati

Redazione Ansa

Quattro italiani su dieci hanno pagato il riscatto per ripristinare l'accesso ai propri dati dopo essere stati vittima di un ransomware, solo uno su dieci è stato in grado di recuperare i documenti. Una minaccia informatica che è cresciuta sempre di più, soprattutto nell'anno della pandemia e dello smart working, e fa riflettere sull'importanza della protezione e della sicurezza dei dati. Un tema che da dieci anni, ogni 31 marzo, si rinnova nel World Backup Day.

I ransomware sono dei virus malevoli che prendono in ostaggio il dispositivo di un utente, criptano i dati e poi chiedono alla vittima una somma in denaro per restituire i file. Secondo il Clusit, l'Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, sono stati usati nel 42% degli attacchi mondiali gravi, in quasi un terzo di questi c'è stata la richiesta di denaro. Secondo una ricerca di Kaspersky condotta su 15.000 persone in tutto il mondo, il 33% degli italiani che ha subito un attacco ransomware ha dichiarato di aver perso quasi tutti i suoi dati. Indipendentemente dal fatto che abbia pagato o meno, solo l'11% delle vittime è stato in grado di ripristinare tutti i file criptati o bloccati dopo l'attacco. Il 17%, invece, ne ha persi solo alcuni mentre il 22% non è riuscito a recuperarne una quantità significativa.

E proprio pochi giorni fai l CERT-AgID, la struttura del governo che si occupa di cybersicurezza, ha lanciato l'allarme per un nuovo ransomware che sta prendendo di mira l'Italia: si chiama LockTheSystem e viene veicolato tramite email scritte in lingua italiana che fanno riferimento alla mancata consegna di un pacco e chiede un riscatto in bitcoin. Oltre al cybercrime che punta ad estorcere soldi, a volte basta un semplice problema di alimentazione per mandare in fumo migliaia di dati, documenti, video, foto e ricordi. Altre volte, invece, ci può essere un grande guasto come dimostra il recente incendio ad un datacenter a Strasburgo della società francese Ovh, che ha messo in pericolo i dati e l'attività online di centinaia di aziende, istituzioni e pubbliche amministrazioni.

"Siamo sempre più dipendenti dalla tecnologia, la garanzia di un buon piano di backup e ripristino dei dispositivi elettronici aiuta a gestire l'imprevisto e a semplificare la nostra quotidianità, permettendoci di essere digitalmente sempre più efficienti", spiega in occasione del World Backup Day Sofia Scozzari, membro del Comitato Scientifico di Clusit e del Comitato Direttivo di Women for Security.

   

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