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Algoritmo scova sarcasmo nei tweet

Matematico, "parola antica di millenni, ma ora invasivi"

Redazione Ansa

Un algoritmo al giorno leva il medico di torno. Si potrebbe parafrasare un antico detto per spiegare l'impiego sempre più massiccio dell'intelligenza artificiale nelle nostre vite, diventato quasi invasivo. Dopo i software che leggono i segni di depressione sui social network, ora c'è anche l'algoritmo in grado di capire quando un post ha un tono "sarcastico", analizzando l'utilizzo delle emoji nel testo. E' stato messo a punto da un gruppo di ricerca del Mit di Boston: si chiama 'DeepMoji', viene definito 'Artificial emotional intelligence' e ha analizzato più di un miliardo di tweet. "Algoritmo è una parola antica, vecchia di millenni.

    L'algoritmo euclideo sulla ricerca del massimo comune divisore risale a secoli prima di Cristo, eppure è ancora utilissimo in tante applicazioni", spiega all'ANSA Carlo Toffalori, docente di Logica matematica all'Università di Camerino. "Credo che la ricerca di meccanismi e procedure che possa aiutare l'essere umano nei vari problemi dell'esistenza non sia di per sé negativa, e anzi sia innata", sottolinea l'esperto aggiungendo però che "negli ultimi anni lo sviluppo della comunicazione e la nascita dei calcolatori hanno raffinato e aumentato radicalmente l'impiego di queste procedure, che tendono effettivamente a farsi invasive". 
   

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