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BSA, 35% dipendenti Pmi pronti a denunciare software illegali

Ricerca, ma l'80% anche bullismo, frodi ed evasioni fiscali

Redazione Ansa

Più di un terzo dei dipendenti delle piccole e medie imprese è pronto a denunciare l'uso di software illegali. E' quanto emerge da una nuova ricerca di BSA The Software Alliance, la principale associazione nel settore del software mondiale, secondo cui i quattro quinti dei lavoratori delle Pmi ritengono che "in Italia siano comuni pratiche non etiche o illegali", a partire dai software illegali, e l'80% di essi è pronto a denunciarle, mentre il 10% di loro lo ha già fatto in passato.
    In Italia c'è uno dei più alti tassi di pirateria software, pari al 45% secondo l'ultimo studio di IDC, e il 35% dei dipendenti raggiunti dal sondaggio di BSA condotto da Opinium nell'aprile del 2017 ha dichiarato in particolare di essere "pronto a denunciare pratiche informatiche illegali o non etiche". I lavoratori sondati dalla ricerca si sono però detti soprattutto propensi a segnalare atti di bullismo (60%), frodi (60%), abusi (56%), furti ai danni delle proprietà aziendali (54%), evasione fiscale (52%) e il mancato rispetto degli standard industriali (48%). Questo è anche un segno che la sensibilità verso l'illegalità connessa all'uso di software non autorizzato o contraffatto nelle aziende è meno forte delle altre. Anche per questo BSA ha attualmente in corso una campagna di educazione e sensibilizzazione chiamata proprio "Il Valore del Software" e volta ad informare le PMI italiane sui pericoli dell'utilizzo di software senza licenza.
    "La ricerca - conclude Paolo Valcher, Presidente del Comitato Italiano di BSA - mostra che i dipendenti non sono disposti ad accettare qualsiasi pratica che infranga la legga o metta in discussione la loro etica, che si tratti di frode, evasione fiscale o di impiego illegale di software. Le Pmi dovranno ripensare le proprie pratiche operative e commerciali prima che sia troppo tardi".
   

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