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Ransomware è cyberminaccia 2016

Esperti, più di 800mila vittime tra luglio e settembre

Redazione Ansa

Il 'ransomware', cioè il "sequestro" di computer e smartphone, bloccati e resi inutilizzabili finché il proprietario non paga un riscatto, è la minaccia informatica principale del 2016. Nel corso degli ultimi mesi i dispositivi presi in ostaggio sono aumentati a ritmo esponenziale: tra le aziende si è passati da un attacco ogni due minuti a uno ogni 40 secondi, mentre per i singoli utenti la frequenza è salita da un attacco ogni 20 secondi a uno ogni 10 secondi. I dati provengono dal rapporto annuale sulle Cyber-minacce di Kaspersky Lab.
    Il 'ransomware' colpisce in due forme distinte: una blocca l'accesso al dispositivo, mentire l'altra cripta i dati contenuti in computer e dispositivi mobili rendendoli inaccessibili. Questa seconda tipologia è la più diffusa.
    Secondo gli analisti ha colpito più di 800mila persone solo nel terzo trimestre dell'anno.
    Chi cade vittima di un sequestro informatico tende a pagare perché si fida dell'hacker. Crede cioè che, una volta incassato il riscatto, il criminale manterrà la promessa e sbloccherà i dispositivi. Finora i malviventi hanno rispettato i patti nella maggioranza dei casi, ma "con l'aumentare della popolarità di questa pratica estorsiva, e con l'entrata in scena di criminali di 'grado' inferiore", spiegano gli analisti, in futuro le promesse mantenute saranno sempre meno frequenti.
 

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