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Ha 20 anni l'Mp3, algoritmo che canta e fa le playlist

Ideato nel '95 da un team di scienziati guidato da un italiano

Redazione Ansa

Compie 20 anni l'Mp3, il formato che ha cambiato radicalmente il modo di distribuire la musica nel mondo e ha portato la rivoluzione delle playlist personalizzabili anni prima dell'arrivo di iTunes, iPod e dello streaming. Una rivoluzione nata non dall'industria musicale, ma da un collettivo internazionale di scienziati coordinato da un ingegnere italiano, Leonardo Chiariglione, che il Time negli anni Novanta ha inserito tra i cinquanta uomini più influenti al mondo in campo tecnologico.

"Per la prima volta l'Mp3 ha consentito che la musica fosse organizzabile dall'utente, ha spostato la capacità di scegliere dal fornitore all'ascoltatore", spiega all'ANSA Leonardo Chiariglione, settantenne di Almese, in Piemonte. E' la "memoria storica" del gruppo Mpeg, il team di scienziati internazionali tuttora "vivo e vegeto" a cui si devono le attuali potenzialità multimediali di internet. Il gruppo e' stato creato nel 1988 per sviluppare sistemi e standard usati nella compressione video, dai film in dvd alle trasmissioni satellitari. Tra questi furono istituiti dei sottogruppi come l'Mp3, per la compressione del suono, lanciato il 14 luglio 1995.

L'Mp3 si basa sull'algoritmo di Huffman, in grado di ridurre drasticamente la quantità di dati richiesti per memorizzare un suono, senza perdite percettibili di qualità. Rivoluzione che ha consentito una distribuzione di massa delle canzoni, compresse in poco spazio e facilmente trasportabili. E soprattutto una diffusione gratuita della musica. Ha permesso di creare cd musicali con le proprie playlist, ascoltare gli Mp3 con i propri lettori e scaricare gratuitamente musica da internet e metterla su pc o chiavetta. Senza controlli sulla copia o la distribuzione delle canzoni. Insomma, l'involontario motore di una pirateria musicale senza precedenti.

"A suo tempo mi sono solo chiesto come fare a mettere contenuti audio e video in un compact disc mantenendo la qualità audio elevata - spiega Leonardo Chiariglione all'ANSA -. A me piace l'idea di aver creato un formato indipendente, contenuti che viaggiano da soli e non un modello di business. Spesso incontro persone che dicono: ci hai dato qualcosa che prima non avevamo. Questa per me è una grande soddisfazione". 
   

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