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Rischio hacker per dispositivi medici

Sotto la lente 24 apparecchiature, anche defibrillatore

Redazione Ansa

Il Department of Homeland Security statunitense sta investigando su 24 dispositivi e apparecchiature mediche, compresi una pompa per le infusioni e un defibrillatore impiantabile, che potrebbero avere dei 'buchi' nella loro parte informatica che li rendono attaccabili dagli hacker. L'agenzia, spiega Computerworld, non ha notizia di attacchi già avvenuti, ma verifica la possibilità che qualcuno dall'esterno possa prendere il controllo dei dispositivi.

''In almeno un caso - spiega il sito, che cita fonti informate - il 'bug' è stato scoperto da un ricercatore, che è riuscito a scrivere un programma che da remoto riusciva a forzare le pompe di infusione fino a dare una dose letale di un farmaco al paziente, e ha poi inviato le sue conclusioni al dipartimento''.

La questione è pressante dato che i dispositivi hanno parti informatiche sempre più complesse e prevedono molto spesso una trasmissione wireless dei segnali, è stata già affrontata dall'Fda, che all'inizio di ottobre ha invitato le aziende che producono dispositivi medici ad affrontare l'aspetto della sicurezza informatica. Secondo un rapporto dell'Europol addirittura entro quest'anno si potrebbe avere il primo morto per crimini informatici, e i dispositivi medici sono la via più probabile indicata.
   

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