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Supercomputer Watson punta a smartphone

Ibm a sviluppatori, create applicazioni che ne sfruttino potenza

Redazione Ansa

Watson, il 'supercomputer' di Ibm che ha una potenza di elaborazione pari a quella di seimila pc, vuole 'entrare' anche nei telefonini. La sfida è stata lanciata da Ginni Rometty, ceo della storica azienda americana, dal palco del Mobile World Congress di Barcellona: ha chiesto agli sviluppatori di creare app in grado di attingere alle capacità di apprendimento e di calcolo del 'cervellone'. App così concepite potrebbero spaziare da super assistenti vocali a traduttori all'ennesima potenza.

Il colosso informatico ha così lanciato un vero e proprio contest, l'IBM Watson Mobile Developer Challenge: gli sviluppatori hanno tempo fino al 31 marzo per presentare le loro idee e poi nei mesi successivi saranno selezionati i 25 finalisti che potranno usare la piattaforma di Watson per trasformare i progetti in software veri e propri. Gli smartphone di nuova generazione, che già sono dei piccoli computer, potrebbero così avere a bordo delle super-app: un po' come dei Siri - l'assistente vocale di Apple - ma all'ennesima potenza o dei super 'Google Translate' o applicazione per altri impieghi ancora più mirati, ad esempio per la medicina.

Watson, per la sua potenza di elaborazione, è diventato 'famoso' nel 2011 quando ha sbancato 'Jeopardy', il più popolare dei quiz show americani, sconfiggendo due supercampioni umani. Successivamente ha anche 'insegnato' ai medici in ospedale e si è dedicato perfino alla 'creazione' di ricette insieme ad uno chef di Manhattan.

   

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