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Ostaggi Sydney, Uber specula su corse

Per chi vuole scappare da zona ostaggi, azienda si scusa

Redazione Ansa

Aspre critiche sono piovute su Uber che a Sydney, nella zona in cui sono detenuti decine di ostaggi in un bar, ha quadruplicato il costo delle corse. Per abbandonare la zona, sono stati chiesti anche 100 dollari australiani (65 euro), a fronte di un costo di 25 dollari australiani chiesto normalmente per lo stesso tragitto.

Immediata è scattata l'indignazione su Internet e social network, la società si scusa e fa una immediata inversione ad 'U'.

Uber ha annunciato che rimborserà gli utenti che sono stati vittima di questo atto di sciacallaggio e offrirà delle corse gratuite per chi sta scappando da Martin Place, luogo dove si trova il bar in cui sono detenuti gli ostaggi. Sul web gli utenti avevano chiamato in causa "le responsabilità dell'azienda", definendo l'azione "una vergogna".

L'episodio si aggiunge ad una lista nera di proteste contro Uber di tassisti, governi e anche una parte di utenti: in Francia, dopo una protesta dei tassisti, il portavoce del ministero dell'Interno, Pierre-Henry Brandet, ha annunciato che dal 1 gennaio il servizio sarà vietato per legge; in Spagna un giudice ha di recente interdetto il servizio, la stessa cosa è avvenuta in India (dove su un conducente si è addirittura adombrata un'accusa di stupro); mentre in California sono in piedi due cause civili contro la società. Uber è stata fondata nel 2009 e al momento è presente in 50 paesi e 250 città.

Di recente Baidu, il colosso internet cinese, ha investito nella società. Mossa che offre all'app con conducente un partner forte in Cina, dove e' entrata lo scorso anno ma senza successo. 

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