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Costruire villaggi del riuso, anche per tecnologia

Proposta Ercolini, premio Goldman 2013, per tagliare sprechi

Redazione Ansa

ROMA - Solo a Roma sono almeno 5mila le persone che lavorano nel riuso e nel settore della riparazioni. Piccoli imprenditori che sanno aggiustare o trasformare accessori tecnologici e materiali di scarto creando un'economia a sviluppo sostenibile.

A questa schiera "dalle mani d'oro" si ispirano i "villaggi della riparazione e del riuso" proposti, nell'ambito di un incontro Coop sul tema "Meno spreco e più solidarietà" da Rossano Ercolini, ecologista Doc, esperto di economia circolare, e vincitore del Premio "Goldman Environmental Prize 2013", una sorta di Nobel per l'ambiente.

Ercolini, che nella vita di tutti i giorni fa il maestro in una scuola elementare di Capannori (Lucca), è il promotore del progetto "Rifiuti zero" che, ha spiegato, "prefigura un passaggio dall'età dei rifiuti all'età delle risorse".

Un progetto declinato in "dieci passi" che spaziano dall'efficiente raccolta dei rifiuti col sistema del porta a porta, al compostaggio e riciclo dei metalli rari e preziosi.

"In Italia - ha denunciato - abbiamo solo tre piattaforme che estraggono metalli rari da computer e attrezzature tecnologiche considerate obsolete. Se ne avessimo 50 si creerebbero posti di lavoro e una economia che guarda al futuro del pianeta".

"Dobbiamo riorientare i produttori - è l'appello di Ercolini - basta con l'idea che una micronovità e accessori di inesplorata utilità rendano obsoleto il proprio Iphone comprato appena sei mesi fa. Se si allunga la vita ai prodotti, c'è lavoro per tutti. E se ci sarà ancora qualche sporcaccione che riempie i cassonetti - conclude - questi devono pagare più tasse".
   

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