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Samsung Galaxy Note 7, incidenti anche in Cina

Due smartphone avrebbero preso fuoco, compagnia avvia indagine

Redazione Ansa

Il caso degli smartphone Galaxy Note 7 di Samsung che prendono fuoco tocca anche la Cina, il maggiore mercato mondiale per gli smartphone. Sui social network sono spuntate due segnalazioni di dispositivi che avrebbero preso fuoco e su almeno una delle due Samsung starebbe già indagando. La compagnia aveva affermato che i dispositivi venduti in Cina non erano interessati dal problema.

Un utente cinese domenica ha segnalato via social network che il Note 7 di un amico aveva preso fuoco nel fine settimana. Il proprietario, contattato dall'Ap, ha affermato di aver acquistato il telefono il primo settembre dal sito di e-commerce JD.com. Un'altra segnalazione simile è arrivata da un diverso account social. Il sito JD ha affermato che c'è un'indagine interna della compagnia sul primo caso. Samsung ha richiamato in Cina 1.858 Note 7 - secondo un avviso del 14 settembre dell'agenzia di qualità prodotto in Cina - specificando che si tratta di telefoni distribuiti prima del primo settembre.

Il Galaxy Note 7 è stato ritirato dal mercato il 2 settembre - a poche settimane dal lancio - dopo episodi di esplosione dovuti alla batteria. Secondo la compagnia fino al primo settembre sono stati 35 i casi segnalati a livello globale, mentre i dispositivi richiamati nel mondo sono 2 milioni e mezzo. Sono intervenuti con divieti anche la Commissione per la sicurezza dei consumatori americana e gli enti di aviazione Usa e Ue, mentre Samsung sta valutando soluzioni alternative per "spegnere" a distanza gli smartphone nel timore che gli utenti disattendano il richiamo. Tra le ipotesi in campo anche un aggiornamento del software che limiti la ricarica della batteria.

La società sud-coreana ha chiesto agli utenti di partecipare al programma di richiamo dei dispositivi, a partire dal 19 settembre, mettendo a disposizione un numero verde. 
   

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