Tennis

Tennis:Wimbledon; Alcaraz,erba amica ma devo imparare a muovermi

'Per prepararmi e capire guardo i video di Federer e Djokovic'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 26 GIU - "Il mio gioco e' adatto all'erba. Ma il fatto e' che su questa superficie devo ancora capire come muovermi..". Carlos Alcaraz, il piu' giovane tennista nella top 10 mondiale dal 2005 in poi (ora e' n.7), con i suoi 19 anni, e' chiamato da tutti il 'nuovo Nadal'. Anche se i tecnici di questo sport dicono che in realta' il suo gioco è piu' vicino a quello di sua maesta' Federer, otto volte re del torneo londinese. Ma c'e' un motivo, oltre all'infortunio al gomito che lo ha messo fuorigioco dal Queen's, per il quale all'edizione n.135 al via domani il baby fenomeno spagnolo non si presenta con ambizioni troppo alte.
    "La cosa più difficile per me e' muovermi - ha raccontato nella conferenza della vigilia Alcaraz - Giocare aggressivo, cercando di andare a rete è la parte migliore del mio tennis, ma la devo portare da altre superfici a questa". Per questo il suo Wimbledon e' una specie di universita'. "Guardo e riguardo gli allenamenti dei migliori giocatori per rubare loro i segreti della stabilità in campo - ha raccontato - L'altro giorno mi sono allenato con Dan Evans, uno che sa molto su come ci si comporta su quest'erba. E poi guardo sempre i video di Federer, Djokovic, Rafa, e anche Murray".
    Al di la' delle lezioni che lo spagnolo ritiene ancora necessarie, c'e' un avvicinamento al torneo difficile. "Non sono riuscito a prepararmi bene per Wimbledon quest'anno - dice riferendosi all'infiammazione del gomito - , ma vengo sempre a ogni torneo pensando di essere in grado di fare un buon risultato o addirittura di vincere". Per avvicinarsi alla finale, comincera' la sua salita da n. 5 del seeding contro il tedesco Struff. "Da quando ero bambino rimanevo affascinato dalla grandi partite sul Centre Court, dalla tv - ha ammesso Alcaraz - Gia' giocare questo torneo per me e' importante, ma provero' a passare il maggior numero di turni per aver la gioia di giocare su quel campo". (ANSA).
   

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