Pallavolo

Scarpe sponsorizzate, Malagò: 'Zaytsev fuori dagli Europei'

Il numero uno del Coni: 'Convocazione ritirata, peccato ci avevo messo la faccia'

Redazione Ansa

"La convocazione in nazionale di Ivan Zaytsev è stata ritirata", con l'Europeo alle porte, per il caso delle scarpette sponsorizzate. Lo ha annunciato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine della giunta nazionale. "Mi dispiace, speravo e pensavo che le cose fossero sistemate. Ci avevo messo la faccia su richiesta della federazione - le parole di Malagò -, invece ho parlato adesso col presidente, non si è trovata la soluzione sull'utilizzo di queste scarpe tra sponsor tecnico federale e quello personale dell'atleta".

"Non possiamo che rispettare questa decisione della Fipav anche se non può che dispiacermi, ma è diritto e dovere della federazione agire in questo senso. Non conosco le motivazioni perché le scarpe non andavano bene - aggiunge il n.1 del Coni -. Di certo, rappresenta una sconfitta, non so cosa sia successo in queste ultime 48 ore, io sapevo che erano state realizzate delle scarpe posta per Zaytsev".

L'Itavolley in questi giorni si trova in collegiale a Cavalese in preparazione dei Campionati Europei che si terranno in Polonia a fine agosto.

Da Cruijff a Jordan, quei ribelli per sponsor
Olandese con due strisce e non 3, Air coprì logo su podio Giochi
Il precursore fu Johan Cruijff. Non solo gli veniva permesso di giocare con la maglia numero 14 quando nel calcio di quei tempi le casacche andavano dall'1 all'11. Il 'Papero d'Oro' poteva permettersi anche di giocare in nazionale con due strisce sulle maniche anziché le tre 'di ordinanza' di tutti gli altri giocatori dell'Olanda. Lo sponsor personale non gliela avrebbe perdonata, ed era quella Puma che prima del fenomeno dell'Ajax era stata patrocinatore personale di Pelé e poi lo fu di Maradona, che una volta venne rimproverato perché indossava in un momento di riposo, indumenti sportivi di un'altra azienda.

Il caso di Ivan Zaytsev ricorda che non tutti sono 'allineati e coperti' come gli All Blacks, obbligati per contratto ad avere tutti gli scarpini della stessa marca, quella che produce anche gli indumenti dei Tutti Neri. Chi sgarra rischia l'esclusione dalla nazionale. Ma il campione della pallavolo azzurra non è certo solo. Molti ricordano il caso di Michael Jordan, uomo simbolo della Nike da quando ha cominciato a giocare nella Nba e la multinazionale del baffo gli pagava le multe comminate ad ogni partita dalla lega perché Air usava scarpe personalizzate rossonere anziché quelle color bianco che all'epoca erano obbligatorie. Jordan fece notizia anche quando, salendo sul podio con il Dream Team per ricevere la medaglia d'oro vinta ai Giochi di Barcellona 1992, usò la bandiera americana che aveva in mano per coprire il logo della Reebok, concorrente della Nike, che produceva la tuta dei fenomeni Usa. Clamorosa è stata la gaffe dell'eroe del Mondiale 2014 Mario Goetze.

Nel giorno della sua presentazione come nuovo acquisto del Bayern Monaco, da sempre legato all'Adidas, si presentò con una t-shirt bianca con vistoso simbolo della Nike, e per questo ricevette poi una lettera di richiamo dal club e una multa dal club per il quale aveva appena firmato. Multe le pagano anche i giocatori della Juventus nel caso utilizzino in pubblico vetture diverse da quelle del gruppo Fca, e si ricordano i casi di Storari, Llorente e Caceres alla guida delle rispettive Porsche. Cristiano Ronaldo è un volto Nike che per lui ha perfino creato il marchio CR7, ma gioca nel Real Madrid il cui sponsor tecnico è Adidas. Ecco allora che, in due finali di Champions League, il portoghese ha fatto infuriare chi 'griffa' la sua squadra. Infatti sia a Milano nel 2016 che a Lisbona nel 2014, sempre contro i 'cugini' dell'Atletico, Cristiano Ronaldo dopo aver segnato un rigore ha pensato bene di togliersi la maglia e gettarla a terra per mostrare gli addominali scolpiti.

Più di uno ha malignato che lo abbia fatto su suggerimento dello sponsor personale, e non a caso quello tecnico del Real ha protestato presso il presidente Florentino Perez. Situazione analoga, però senza avere problemi, per Lionel Messi, uomo Adidas che indossa la casacca Nike del Barcellona. Si rifà con la nazionale argentina, che ha il suo stesso patrocinatore, così come il Portogallo per Ronaldo. E proprio la Nike lasciò libertà di scelta a Francesco Totti in occasione degli Europei del 2004 in Portogallo, quando il numero 10 azzurro non riusciva ad adattarsi ai suoi nuovi scarpini e aveva i piedi pieni di vesciche. Così lo sponsor gli lasciò libertà di scelta autorizzandolo a utilizzare marche alternative. Servì a poco, l'Italia andò a presto a casa per il 'biscotto' fra Svezia e Danimarca.

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