Ciclismo

Bugno, 'sicurezza dei ciclisti? Non ci sarà mai tutela al 100%'

L'ex presidente del Cpa, una soluzione vera e propria non c'è

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 LUG - La morte di Jacopo Venzo ha lasciato il mondo del ciclismo senza parole. Il 17enne vicentino di Cartigliano è morto in Austria dopo una terribile caduta in discesa durante la prima tappa della Junioren Rundfahrt. In un'intervista all'ANSA, Gianni Bugno, che è stato presidente dell'associazione mondiale dei corridori 'Cyclistes Professionnels Associés (CPA)' spiega che "in gara ci sono sempre tante incognite lungo il percorso. Certamente per aver maggior sicurezza servono più costi, ma una soluzione vera e propria non c'è". Il campione del mondo su strada nel 1991 e nel 1992 sottolinea poi che "non è uno sport facile il ciclismo. Per annullare il rischio incidenti, per essere sicuri di non cadere, bisognerebbe organizzare tappe senza discese o volate e resterebbe ugualmente una percentuale di rischio. Le velocità elevate si raggiungevano anche ai miei tempi e addirittura prima, quando i mezzi non erano ancora così sofisticati". "Oggi si pedala con maggiore sicurezza, ma quando capita una disgrazia come quella di Jacopo - dice ancora Bugno - si torna sul solito discorso. Stanno migliorando tante cose in ottica sicurezza in gara e del corridore stesso, si è lavorato parecchio negli ultimi anni ma non si fa mai abbastanza". Secondo l'ex iridato, "le due tragedie di Gino Maden lo scorso mese in Svizzera e quella di Jacopo aiuteranno ad accelerare il discorso sicurezza, ma non si arriverà mai ad una tutela al 100% del corridore. L'unica cosa che si può fare è continuare a migliorare". (ANSA).
   

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