Calcio

Comincia nuova era Juve, Agnelli addio 'volto pagina'

Lascia anche Exor e Stellantis. Ferrero, ci difenderemo ovunque

Redazione Ansa

Comincia la nuova era Juve. Escono di scena Andrea Agnelli, presidente e Pavel Nedved, vicepresidente, alla guida della società bianconera per quasi tredici anni. Il vecchio management passa le redini al nuovo "governo tecnico" voluto da John Elkann e dalla proprietà. Alla guida ci sono ora il presidente Gianluca Ferrero e l'amministratore delegato Maurizio Scanavino, affiancati dai consiglieri Florianna Vittoria Negri, commercialista, Laura Cappiello, avvocata e Diego Pistone, manager. Dovranno affrontare sfide difficili, in tribunale e in campo, ma sono pronti. "Riteniamo di avere l'esperienza, la competenza e la determinazione per difendere la Juventus in tutte le sedi competenti, pensale, sportiva e civile. Lo faremo con rigore e senza arroganza. Rispettiamo chi ci giudica e chiediamo rispetto" sono le prime parole di Ferrero in un breve incontro con la stampa. "Lavoreremo per costruire un futuro della Juventus all'altezza del suo passato", promette ai tifosi. "Obiettivi e ambizioni non cambiano, in campo e fuori. La Juventus è sempre riuscita a coniugare successi sul campo, equilibrio finanziario e grande progettualità commerciale" aggiunge Scanavino. L'assemblea degli azionisti, convocata alle 10 allo Juventus Stadium, è storica perché è l'ultima presieduta da Andrea Agnelli che lascia anche i consigli di amministrazione delle altre società quotate del gruppo, Exor e Stellantis. Resterà, invece, nel board della Giovanni Agnelli B.V., holding che detiene con il 62% la maggioranza di Exor. "Faccio un passo indietro, lascerò il consiglio di tutte le società quotate.

E' una mia decisione personale, che ho preso d'accordo con John, con cui il rapporto rimane strettissimo, Ajay Banga e Carlos Tavares. E' la mia volontà di affrontare il futuro come una pagina bianca, libera e forte", spiega Andrea Agnelli. "Oggi si chiude un capitolo della Juventus durato quadi 13 anni che facciamo fatica per ora a leggere. Non posso nascondere l'emozione" dice l'ex presidente che, aprendo l'assemblea, chiede agli azionisti un minuto di silenzio per ricordare due capitani della Juventus, Ernesto Castano e Gianluca Vialli, scomparsi nelle ultime settimane. Agnelli ringrazia tutti quelli che hanno lavorato con lui e parla del sostegno dei figli e della moglie Denise che, in un post sui social a fine novembre, aveva sottolineato il suo grande amore per la squadra bianconera. "Non vedo l'ora di ricominciare insieme a te. Ti amo fino alla fine" dice pubblicamente. L'ultima assemblea è anche l'occasione per ribadire la necessità di riforme strutturali del calcio europeo - un'industria con 55 miliardi di fatturato e 700.000 posti di lavoro - per affrontare il futuro. "Senza riforme - spiega - rischieremo una continua, costante, inesorabile decrescita a favore della Premier League che, nel giro di pochi anni, attrarrà tutto il talento del calcio europeo marginalizzando le altre leghe. I regolatori attuali non hanno nessuna voglia di ascoltare i problemi dell'industria preferendo mantenere la loro posizione di privilegio. L'auspicio è che la Corte di Giustizia Europea, chiamata ad esprimersi sulla posizione di monopolio della Uefa, riconosca lo sport professionistico ad alto livello come un'industria. Auspico che questa sentenza possa aprire la strada a una gestione diversa dello sport internazionale". Agnelli ringrazia il Barcellona e il Real Madrid "per avere avuto il coraggio, con la Juventus, di andare incontro alle sanzioni minacciate dalla Uefa" per la colpa di volere "immaginare un futuro migliore per il calcio". Il cambio di guardia è in uno scatto: ritrae Agnelli che consegna a Ferrero la maglia della Juventus con il numero 1 e il il nome. "Avrete in me un grandissimo tifoso", è la promessa.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it