Calcio

Calcio: Cagliari; Joao Pedro, "record gol? nessun limite"

Il brasiliano alla sua ottava stagione consecutiva in Sardegna

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 16 LUG - Otto anni a Cagliari. E capitano: se c'è qualcosa che in questo momento si avvicina a una bandiera quello è Joao Pedro: "Otto anni sono tanti - ha detto nella sua prima conferenza stampa della stagione a Peio - nel calcio di oggi è difficile vedere giocatori per tanto tempo in una stessa squadra. Mi fa piacere: soprattutto perché ho sempre giocato. E non è facile. Molto contento di avere trovato il giusto equilibrio nella squadra giusta".
    Il futuro sembra sempre in Sardegna: "È sempre difficile - ha spiegato - parlare di quello che succederà: per tante estati sembrava di dover andare via, io invece resterei qui a vita". E ora avanti con Semplici: "Ha grandi meriti - ha continuato il brasiliano - sulla salvezza dello scorso anno: è arrivato in un momento molto difficile, ma siamo riusciti a venirne fuori. Ora ripartiamo: serve una nuova mentalità per non ritrovarci nella situazione dello scorso anno".
    Unico brasiliano in squadra, ma potrebbe arrivare anche Dalbert: "Magari compriamo Neymar - ha scherzato Joao Pedro -.
    Dalbert? Potrebbe darci una mano a prescindere dal fatto che sia brasiliano". Saudade? "Beh il Brasile mi manca, soprattutto perché quest'anno non sono riuscito a tornarci. In compenso ho tifato molto questa Italia. Sono contento anche per Toloi, Emerson e Jorginho. Pallone d'oro? Non so quali siano i criteri ma penso che nel suo ruolo sia il migliore al mondo". Preferenze per la posizione in campo? Semplici sembra orientato verso un 3-4-2-1. "Ho giocato dappertutto, ma ritengo che nel calcio moderno in giocatore non debba pensare a un solo ruolo". Record di gol personali da battere? "Non mi metto un limite". Il ruolo di capitano? "Facile farlo- ha detto- perché ho a che fare con ragazzi intelligenti".
    Il razzismo? "Purtroppo esiste ancora- ha concluso Joao Pedro - solo chi ha subito il razzismo sa quanto sia brutto.
    Combatteremo ancora perché è una cosa che deve finire". (ANSA).
   

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