Da Downing Street ai vertici della FA, dai capitani ai massimi dirigenti della Premier League, e ancora opinionisti tv e manager pluridecorati, fino alla stragrande maggioranza dei tifosi, schierati in prima fila - sui social come fuori dagli stadi, come quella dei tifosi del Chelsea, in corso a Stamford Bridge - per esprimere la loro indignazione contro la Superlega, ritenuta alla stregua di "un'aberrazione sportiva" nel paese che ha codificato le regole del calcio. E mentre i dirigenti studiano le prossime mosse, e i tifosi - anche dei club sotto accusa - si mobilitano, cominciano ad affiorare - dai campi della massima divisione inglese - anche le prime voci di dissenso. Dopo Jurgen Klopp, il primo a dirsi contrario al progetto escludendo però le dimissioni, è stato Pep Guardiola a liquidare la Superlega come "anti-sportiva", perché priva di meritocrazia. "Sono i proprietari che devono spiegare al più presto il perché di questa decisione - le parole del tecnico spagnolo -. Quando non c'è correlazione tra prestazione e risultati, non c'è sport", ha aggiunto il tecnico catalano. Altrettanto esplicito il giudizio di Marcus Rashford, che ha pubblicato sul suo profilo Instagram la foto di uno striscione che ricorda come "il calcio è dei tifosi". Un'iniziativa personale alla quale presto potrebbe seguire quella coordinata di tutta la categoria, dopo che Jordan Henderson, capitano del Liverpool, ha convocato i capitani di tutte le squadre della Premier per discutere se assumere una posizione unita e compatta contro la Superlega.
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