Calcio

Morto Ezio Pascutti, eroe dell'ultimo scudetto del Bologna: "ci hai fatto sognare"

Il Bologna piange 'uno dei suoi figli, addio campione'

Redazione Ansa

  E' morto a 79 anni Ezio Pascutti, attaccante tra gli anni '50 e '60 del Bologna, con cui vinse lo scudetto del 1964. Celebre, tra le tante, la sua rete lanciata in tuffo rasente a cancellare la rincorsa disperata di Tarcisio Burgnich dell'Inter. Una foto che è diventata un simbolo del Bologna che "giocava come si gioca in paradiso". Nella sua carriera anche 17 presenze e 8 gol in nazionale. Pascutti è morto in una clinica privata a Bologna, dove era ricoverato da tempo. "Addio Campione. Il Bologna piange uno dei suoi figli più amati, di ogni tempo", si legge sul sito del club rossoblù.


  Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, sulla sua pagina Facebook, lo ricorda così: "Addio Ezio, grazie per aver fatto sognare tutta Bologna e avere scritto la storia del Bologna Fc 1909". Se ne va così un altro dei protagonisti, uno dei principali, del Bologna dello scudetto del 1964 Pascutti è morto in una clinica della città delle Due Torri dove era ricoverato da tempo per una malattia. "Addio Campione. Il Bologna piange uno dei suoi figli più amati, di ogni tempo", lo saluta il club sul proprio sito ufficiale. Pascutti faceva coppia con Marino Perani, in una formazione che girava intorno a Giacomo Bulgarelli, capitanata da Mirco Pavinato, allenata da Fulvio Bernardini e di cui era presidente Renato Dall'Ara. Il nome di Pascutti è legato al Bologna dove esordì 18enne in serie A a partire dal 1958 e rimase fino al 1969, per un totale di 296 presenze in serie A con 130 reti, 142 con la maglia del Bologna, terzo marcatore di sempre dopo Schiavio e Reguzzoni. Peraltro senza aver mai segnato un calcio piazzato. Suo, fino a quando non lo superò Batistuta, il record di reti consecutive in campionato, 10. Con lui, dopo Bulgarelli, il Bologna perde un altro simbolo. Un mito, immortalato da uno scatto fotografico di Maurizio Parenti (ANSA) presente in tantissimi bar della città: era il 1966 e la sua rete lanciata in tuffo rasente a cancellare la rincorsa disperata di Tarcisio Burgnich dell'Inter divenne celebre. "Nessuno si accorse che mi imbalzai sulla linea di porta", raccontò scherzando il protagonista in occasione del centenario del Bologna, lasciando di stucco chi lo ascoltava. Furono 17 le sue presenze in Nazionale, con la quale segnò anche 8 reti (oltre a due presenze e una rete con la Nazionale B). Ha inoltre partecipato a due campionati del mondo: nel 1962 e nel 1966, quando fu coinvolto nel 'disastro Corea', insieme a Bulgarelli. "L'anno dello scudetto ci davano dei drogati, ma l'unico doping era il grande cuore", ha ricordato Pascutti quando nel febbraio del 2009 morì Bulgarelli. Ora potrà forse tornare a giocare con lui, come si gioca solo in paradiso.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it