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Coronavirus, Fiona May: 'Magari Larissa guadagna i Giochi...'

L'ex lunghista sogna per la figlia dopo il rinvio delle Olimpiadi

Redazione Ansa

In apprensione per la sorella incinta, preoccupata soprattutto per i genitori nel Regno Unito poiché "sfortunatamente sono sopra i 70 anni" e quindi, in tempi di coronavirus, la raccomandazione è quella di restare "isolati in casa" per evitare di essere contagiati. Per Fiona May non è un momento facile, eppure c'è spazio anche per un pensiero positivo come quello di veder gareggiare la figlia maggiore alle Olimpiadi, dopo che i Giochi di Tokyo sono stati posticipati di un anno a causa dell'emergenza sanitaria in corso.

Per l'ex fuoriclasse azzurra di salto in lungo, due argenti olimpici ad Atlanta '96 e Sydney 2000, la decisione di far slittare l'evento a cinque cerchi "è giusta ma non capisco perché ci sia voluto tanto per prenderla. Da ex atleta posso assicurare che chi si stava preparando ha vissuto in apnea questa situazione di incertezza. La mia opinione è che è stato perso del tempo".

"È da oltre un mese che si conosce la situazione. Il virus sta causando problemi enormi in Europa e ora sta facendo lo stesso in America. Nessun atleta sarebbe stato pronto per i Giochi - prosegue May - Il ritardo dettato dagli interessi economici in ballo? Può darsi, ma in caso sarebbe una cosa pessima: le Olimpiadi sono gli atleti, non i soldi. Poi certo, per il Giappone sarà una bella botta dal punto di vista economico, ma la crisi sarà globale".

Dal punto di vista sportivo, invece, il discorso è diverso secondo Fiona: "Dopo quattro anni di allenamenti e sacrifici, è tosta
rinunciare. Per i giovani non ci sono problemi; per chi è a fine carriera, invece, equivale ad un anno perso ma, in una situazione
del genere, si deve pensare innanzitutto alla salute e al futuro. E poi sono sicura che il prossimo anno a Tokyo sarà una grandissima festa".

Magari con una "invitata" in più, ovvero Larissa Iapichino, figlia 17enne di Fiona e campionessa europea under 20 di salto in lungo proprio come la madre. "Non ne parlo per scaramanzia. A luglio erano in programma i Mondiali juniores a Nairobi ed è un peccato per lei non poterli fare, ma in un anno può succedere di tutto e può darsi che guadagni un'Olimpiade...", ammette la May, che in questo periodo di isolamento forzato segue a casa la seconda figlia di 10 anni senza dimenticare l'impegno nel sociale: "Dopo quella in Etiopia dello scorso anno, sto preparando un'altra Missione Don Bosco".

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