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Ultrà Juve, condanna in Cassazione per Last Banner

Confermata l'accusa di violenza privata ai danni di altri tifosi

Ultrà Juve, condanna in Cassazione per Last Banner

Redazione Ansa

Ha superato un primo vaglio della Cassazione l'inchiesta Last Banner, condotta dalla procura e dalla Digos di Torino sugli ultrà della Juventus. La Suprema Corte ha confermato la condanna per violenza privata di un tifoso astigiano processato nel capoluogo piemontese con il rito abbreviato. Il caso 'Last Banner' riguarda le intemperanze negli stadi animate nel 2018-19 dai gruppi ultrà della Juventus per fare pressione sulla società e non perdere una serie di privilegi. Nel procedimento principale, dove è ipotizzata l'associazione per delinquere, la sentenza d'appello è attesa il 30 aprile.

L'inchiesta sfociò nel settembre 2019 in una serie di arresti e nell'emissione di Daspo decennali. L'imputato astigiano, appartenente al gruppo ultrà dei Drughi, non è una delle figure principali del procedimento. A suo carico è stata mossa l'accusa di violenza privata: in occasione delle partite Juventus-Spal e Juventus-Inter aveva allontanato con atteggiamento intimidatorio alcuni tifosi dal settore dello stadio in cui volevano sistemarsi. In primo grado, al termine di un rito abbreviato, gli furono inflitti due mesi e 20 giorni di reclusione; la pena è stata poi ridimensionata in appello.

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