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Indagine sulla vendita del Milan, ipotesi di appropriazione indebita

Inchiesta nata dall'esposto dell'ex socio di minoranza Blue Sky

Gerry Cardinale di RedBird

Redazione Ansa

 Lamenta un danno da poco più di "100 milioni di euro" per "perdita di garanzia sul finanziamento" e una "opacità nei passaggi societari" la lussemburghese Blue Skye, ormai ex socia di minoranza nella gestione del Milan. Ed è proprio sulla base di un esposto di questa società, che ha già attivato vari fronti di scontro sul passaggio di proprietà del club, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo di indagine, al momento senza indagati e con l'ipotesi di appropriazione indebita, per verificare la vicenda denunciata relativa ad un "pegno" e, più in generale, l'operazione di vendita della squadra rossonera dal fondo Elliott a RedBird di Gerry Cardinale, chiusa lo scorso agosto. Stamani il Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, su disposizione del pm Giovanni Polizzi e dell'aggiunto Maurizio Romanelli, ha effettuato acquisizioni di documenti in diversi uffici di professionisti che hanno curato la compravendita.

Il "pegno", al centro dell'esposto di Blue Skye, come risulta dagli atti, era stato "concesso" dalla Rossoneri Sport nel 2017 "a garanzia del credito" che aveva nei suoi confronti Project Redblack, società veicolo per l'acquisto all'epoca del Milan e di cui facevano parte Elliott e la stessa Blue Skye. Rossoneri Sport è la società che nell'aprile 2017 comprò "la quasi totalità del capitale" del club, con finanziamento ricevuto da Project Redblack, di cui facevano parte Elliott e Blue Skye. Negli atti la lussemburghese ha indicato che il "credito complessivo della controllante Project Redblack nei confronti della controllata Rossoneri Sport" era di oltre 1,2 miliardi di euro. E proprio "a garanzia" di quel credito Rossoneri Sport concesse "un pegno sulle azioni" del Milan a favore di Project Redblack. Blue Skye ha denunciato che nella successiva vendita del club a RedBird di Gerry Cardinale Project Redblack, di cui la lussemburghese faceva parte, abbia rinunciato a quel pegno. E a "qualsiasi garanzia di restituzione del finanziamento concesso, non avendo più alcuna certezza di ricevere un rimborso da Rossoneri Sport, pur avendo i propri creditori", tra cui la stessa Blue Skye, da "rimborsare". Da qui la configurazione di una presunta appropriazione indebita, denunciata dalla società di Salvatore Cerchione e Gianluca D'Avanzo facendo presente, inoltre, che quella decisione sulla "liberazione dal pegno" non venne sottoposta al cda della Project Redblack, per un danno lamentato di oltre 100 milioni. Già nei mesi scorsi un portavoce di Elliott aveva precisato che "dopo l'annuncio della vendita di AC Milan a RedBird, BlueSkye ha avviato una serie di contenziosi frivoli e vessatori in Lussemburgo e ora a New York, che Elliott e il co-investitore Arena Investors considerano nient'altro che un tentativo di estrarre un valore a cui BlueSkye non ha diritto". E aveva spiegato che "BlueSkye non possiede altro che una piccola partecipazione indiretta in Ac Milan, la cui stragrande maggioranza è costituita da capitale controllato e versato da Arena Investors, che a sua volta condanna fermamente e pubblicamente le azioni di BlueSkye". Tanto che in un'intervista Dan Zwirn, ceo di Arena Investors, aveva detto di non comprenderne le ragioni "poiché Elliott non ha fatto altro che aggiungere valore al club e hanno sempre operato in maniera trasparente e professionale". Intanto, RedBird evidenzia di non essere coinvolta e che la situazione è circostanziata tra Elliott e Blue Skye. Ora spetterà a inquirenti e investigatori analizzare le carte acquisite per vagliare l'ipotesi dell'esposto. Nel frattempo sul pegno Blue Skye ha avviato pure una causa civile in corso (giudice Simonetti), mentre il tentativo di bloccare la vendita, sempre con un'azione civile, lo scorso settembre non riuscì.

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