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Leo al Barca 'vado via gratis', ma è guerra legale'

Fax di Messi ma per il club la clausola non vale. City e Inter sognano

Redazione Ansa

Sembrava la fine di un amore, ma si sta profilando una guerra legale. Dopo giorni di tira e molla, di silenzi e attese, frutto dello choc in Champions League e dell'incontro, quasi un avviso di addio, col nuovo tecnico Ronald Koeman, Leo Messi scopre le carte col Barcellona, nella maniera più chiara e divisiva. Con un freddo fax, l'asso blaugrana annuncia al club che intende andarsene, ma la cosa più clamorosa è che vuol farlo gratis, avvalendosi della clausola che lo svincola a parametro zero a fine stagione. Si profila una dura battaglia di carte bollate, perchè i legali del Barca sostengono che la clausola scadeva il 10 giugno e quindi la sua richiesta "non ha sostanza legale".

La possibilità di perdere la sua stella terrorizza il Barcellona e i suoi tifosi, ma le avvisaglie erano chiare e per il club era impossibile smentire che dopo 20 anni con quella maglia, di cui 16 in prima squadra, piu' di qualcosa sia sia rotto. A pesare sulla scelta, secondo la stampa argentina, è stato l'incontro con Koeman, che avrebbe usato toni duri e quasi ultimativi con la Pulce, con frasi del tipo: "I privilegi della rosa sono finiti, devi fare tutto per la squadra". Un po' troppo per chi alla causa blaugrana ha dato l'anima, pur se profumatamente ripagato: Messi ha battuto ogni record: 444 gol in 485 partite di Liga, di cui 73 in una sola stagione (2011-2012), sei Palloni d'oro, miglior marcatore di Champions (115), per non dire tutti i primati di doppiette, triplette, assist, premi, titoli (10 scudetti, 4 Champions, 3 Supercoppe europee e 3 mondiali per club, per citare solo i più importanti). Di colpo, pero', tutto sta per finire, come fosse tramontata un'epoca.

Ora sognano in molti: da Suning che non ha nascosto l'innamoramento per il 33enne campione argentino proiettandone l'immagine sul Duomo per la sua tv in Cina - e che ora dopo la conferma di Antonio Conte può dedicare attenzione al complicato progetto - alle due squadre di Manchester. Il City di Guardiola, primo maestro della Pulce nel Barcellona dell'epoca d'oro, è dato per favorito secondo Espn, mentre altre fonti dall'Argentina vedono in vantaggio i cugini dello United, dal portafoglio fornito e mai finiti nel mirino dell'Uefa per presunte violazioni del Fair play finanziario. L'operazione ha i contorni dell'affare plurimilionario, tra clausola da pagare al Barca, ingaggio e commissioni: qualcuno ha calcolato la cifra finale in 700 milioni. La mossa di Messi potrebbe però annullarla, sempre che superi lo sbarramento legale che il club catalano si appresta ad alzare. La Pulce ha rinnovato il contratto nel 2017 con la possibilità di andare libero alla fine di ogni stagione ma avrebbe dovuto informare della decisione prima del 31 maggio. Nel frattempo, però, è arrivata la pandemia e la raccomandazione della Fifa che tutti i club estendano i contratti fino alla fine dei campionati, forse un appiglio per le tesi del giocatore.

Le prime nuvole su quello che sembrava un matrimonio a vita arrivarono in autunno con le schermaglie per il rinnovo di un contratto già' ricchissimo ma che doveva sancire 'Barcellona a vita.' Il rapporto tra Messi e la sua casa catalana si e' rovinato con la pandemia: prima sono circolate le voci di trame dei dirigenti per screditare i giocatori con i social, poi Messi e' entrato in rotta di collisione con il club sul taglio agli ingaggi. Che alla fine e' arrivato, ma per poter compensare i dipendenti in cassa integrazione, senza alcuna avidità, come Leo si e' sentito dire dai dirigenti. Nel frattempo traballava la presidenza Bartomeu ed emergeva che il contratto dell'argentino prevedeva una clausola per liberarsi in qualsiasi momento pur di non andare in uno dei grandi campionati d'Europa. Poi, il disastro Champions, via Abidal, via il tecnico Setien, elezioni anticipate, lotte intestine. E Koeman, che alla presentazione aveva detto: spero Messi rimanga a lungo, ma parlero' con lui. Ma l'esito non è stato quello atteso: "Non vedo il mio futuro al Barcellona", le dure parole dell'argentino. Ora è passato ai fatti.

   

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