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'Come topi da laboratorio', in Premier c'è chi dice no

Il nazionale Rose: 'Non siamo cavie'. Ma Aurier infrange le regole

Redazione Ansa

La Premier League è al lavoro per riprendere il campionato il 12 o il 19 giugno, ma intanto monta il malessere di molti giocatori. "Ci trattano come se fossimo cavie o topi da laboratorio", è sbottato alla radio Danny Rose, difensore del Tottenham in prestito al Newcastle.

Secondo il 29enne nazionale inglese, prima di ipotizzare un ritorno alle gare, sarebbe meglio "sperimentare questa fase e vedere se funziona o no", come è stato fatto in Germania con la Bundesliga. "Immagino cosa dice la gente a casa: 'guadagnano così tanto, possono pure ricominciare a giocare'. Mi chiedo se ne valga la pena. Potrei trovarmi a rischiare la mia salute per il loro divertimento e, a dire il vero, non vorrei essere coinvolto in questo genere di cose".

Lo scetticismo di Danny Rose sul "Project Restart" della Premier, ferma dal 13 marzo, si somma a quello di altri, come le stelle del Manchester City Sergio Aguero e Raheem Sterling o il capitano del Watford Troy Deeney, che si è rifiutato di allenarsi preferendo non far correre rischi al figlio che soffre di difficoltà respiratorie.

Non giova, poi, la notizia dell'indagine interna aperta dal Tottenham sul proprio difensore Serge Aurier, colpevole di aver infranto le regole sul distanziamento. Ieri, infatti, Aurier aveva pubblicato su Instagram una foto che lo ritrae accanto al suo parrucchiere, grazie al quale sfoggia un nuovo taglio di capelli. Ma ai giocatori è vietato avere alcun contatto con persone al di fuori della cerchia familiare.

Il primo ciclo di test su giocatori e staff della Premier, intanto, ha rivelato 6 casi di positività su 748 prelievi. Tra questi il viceallenatore del Burnley, Ian Woan, e un giocatore e due membri dello staff del Watford.

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