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Siviglia Leicester: Prova d'orgoglio, Ranieri per riscatto

A Siviglia in Champions ultima spiaggia per salvare la stagione

Redazione Ansa

In caduta libera in Premier League, umiliato in Coppa d'Inghilterra, la Champions League diventa così per il Leicester l'inattesa àncora di una stagione sempre più alla deriva. Lo scorso maggio vincevano il campionato, il lieto fine più bello e incredibile di una fiaba sportiva che ha conquistato il mondo. Oggi le Foxes sono una squadra allo sbando, reduce da sei sconfitte consecutive, sull'orlo del precipizio: mai nel dopoguerra inglese i campioni in carica sono retrocessi. Anche per questo da tempo Claudio Ranieri ha fissato nella salvezza la priorità unica e assoluta dei suoi. Che sono volati a Siviglia per l'andata degli ottavi di Champions con le borse cariche di critiche e polemiche.

Tutti sotto accusa per la pessima stagione, e per un 2017 iniziato se possibile anche peggio. Basti pensare che il Leicester in campionato non segna da più di dieci ore. Un'eternità che ha portato sul banco degli imputati lo stesso Ranieri. Confermato due settimane fa dalla società tramite un comunicato stampa che intendeva ricompattare lo spogliatoio dopo le voci di dissapori interni, il tecnico italiano resta più che mai nell'occhio del ciclone.

La critica inglese è spaccata tra chi ne chiede il licenziamento e chi lo difende, e non solo per riconoscenza. All'Estadio Ramon Sanchez-Pizjuan è però vietata l'ennesima figuraccia. Nessuno chiede a Ranieri la qualificazione ai quarti contro una squadra oggettivamente molto più forte. Reduce dai trionfi in serie in Europa League, quest'anno il Siviglia - sotto la guida di Jorge Sanpaoli - si sta confermando come la terza forza della Liga, vincente e convincente. L'avversario peggiore per una squadra in deficit di risultati e fiducia. Ma se sul piano del gioco, e delle singole individualità, questo Leicester non può competere con il Siviglia, Ranieri si aspetta dai suoi cuore, coraggio e fame. Gli ingredienti che lo scorso anno avevano accompagnato l'irresistibile galoppata trionfale.

"Me ne sarei potuto andare l'anno scorso - ha ricordato in conferenza stampa il tecnico italiano -. Ma sono voluto restare perché sapevo che sarebbe stato un anno estremamente complicato. Speravo non così difficile, ma sono qui per costruire qualcosa che resti". Il tempo però adesso sembra scaduto, c'è bisogno di risultati, subito

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