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Champions League: Guardiola maledizione spagnola, passa Simeone

Atletico Madrid va in finale, inutile successo per il Bayern Monaco

Redazione Ansa

Ancora la maledizione spagnola per Pep Guardiola, mentre 'el Cholo' Simeone compie un'altra impresa. L'Atletico Madrid perde 2-1 all'Allianz Arena e, forte dell'1-0 a favore dell'andata, è in finale di Champions League per la seconda volta negli ultimi tre anni. Avrà quindi la possibilità, sabato 28 a Milano, di prendersi la rivincita sulla sorte che nel 2014 l'ha privato del trionfo continentale nella sfida per il titolo che era anche una stracittadina contro il Real. Ancora Spagna quindi, ed è un dato dal sapore molto amaro per Guardiola e il suo Bayern: per il terzo anno consecutivo i biancorossi bavaresi e il loro condottiero venuto dalla Catalogna vengono eliminati in semifinale, e sempre da una squadra spagnola. Nel 2014 a passare fu il Real, l'anno scorso toccò invece al Barcellona che poi travolse la Juventus.

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Un precedente, quella del successo in semifinale sul Bayern, che potrebbe rivelarsi benaugurante per l'Atletico, visto che chi ha sbattuto fuori Lahm e soci poi ha vinto il titolo. Attendendo di sapere chi passerà domani tra Real Madrid e Manchester City, Simeone ha costruito il proprio successo con il solito calcio non spettacolare ma terribilmente efficace, fatto di attenzione estrema in difesa, ripartenze micidiali come quella che oggi ha fruttato la rete dell'1-1 di Griezmann, e quando serve anche qualche colpo duro. L'Atletico è una squadra di gente che in campo non si arrende mai, proprio come faceva il suo tecnico quando era un calciatore, e i risultati si vedono, visto che è in testa anche in campionato (assieme al Barcellona).

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Il Bayern nel primo tempo ha dominato, ma questa superiorità si è tradotta in una sola rete, quella segnata poco dopo la mezz'ora da Xabi Alonso su punizione. Due minuti dopo Thomas Muller avrebbe potuto sferrare il colpo del Ko, ma ha calciato male il rigore concesso per una trattenuta in area di Gimenez su Javi Martinez e Oblak lo ha parato. Il Bayern a fine partita ha concluso verso la porta avversaria per 33 volte contro le 7 degli avversari, che però sono stati più concreti, come quando Griezmann ha concluso, all'8' st, in modo micidiale per Neuer, un'azione in contropiede avviata da Torres. Il Bayern ha accusato visibilmente il colpo, non ha avuto la solita qualità nel gioco e l'Atletico ha tenuto bene.

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 Ci ha pensato Lewandowski, di testa su assist aereo di Vidal, a riaprire il match, poi il Bayern ha spinto ancora ma ha concluso poco. All'84' l'arbitro Cakir ha ammutolito l'Allianz Arena concedendo un rigore agli ospiti per un fallo che Javi Martinez aveva commesso su Fernando Torres chiaramente fuori area. Lo stesso centravanti lo ha calciato ma un altro campione del mondo, Neuer, lo ha neutralizzato e a quel punto c'è stato spazio solo per il forsennato pressing finale del Bayern, con alcuni spunti dell'ex juventino Coman entrato al posto dell'evanescente Douglas Costa. La muraglia umana dei 'colchoneros' ha resistito e alla fine è stata festa spagnola: l'Atletico va a Milano, Simeone torna in quello stadio in cui fu grande protagonista con la maglia dell'Inter. Ora il sogno è di ritrovare i 'cugini' del Real, ma con una finale diverso da quello del 2014. Intanto l'Atletico si è preso una parziale rivincita su quel Bayern che, nel lontano 1974, lo battè in un'altra finale di Coppa dei Campioni.

 

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