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Milan-Genoa 1-3: ko e fischi, Inzaghi verso addio

Tris Genoa a San Siro, tifosi contestano e lasciano stadio

Milan-Genoa

Redazione Ansa

Mr. Bee vola ad Arcore, la possibile cessione del Milan è il piatto forte della cena a Villa S.Martino. A San Siro, invece, va in scena il dramma. La squadra rossonera perde 3-1 col Genoa, in un clima pesantissimo: pochi i tifosi sugli spalti e la Curva Sud che per 90' contesta duramente squadra e società. Nessuno crede più in questo Milan, neppure Adriano Galliani che lascia San Siro prima della fine della partita, sconfortato dal risultato e amareggiato dai cori offensivi intonati dalla Sud. Anche gli ultras abbandonano il loro settore sul 2-1. Molte cose stanno per cambiare: Berlusconi potrebbe lasciare, ma prima di lui potrebbe essere Inzaghi a dire addio ai colori rossoneri. E' un Milan demoralizzato, incapace di reagire, incapace di tessere le trame di gioco. Inzaghi, in panchina, è scuro in volto. Non smette di dare indicazioni ai giocatori, ma sembra ormai non avere più la squadra in mano. Doveva essere la partita del riscatto dopo la deludente prova di Udine e invece si è aggiunta una seconda prestazione da farsi perdonare. E' chiaro che il ritiro voluto da Inzaghi, in accordo o meno con i rossoneri, non ha sortito gli effetti sperati. E' il momento più nero della storia del Milan.

Abbandonato dai suoi tifosi, a un passo da una svolta epocale, lontanissimo dall'Europa con soli 43 punti in classifica, attende soltanto la fine di un campionato amaro. Al 90' a San Siro restano solo i tifosi del Genoa a festeggiare un'annata splendida e una vittoria che mancava dal 25 maggio del 1958. Il futuro rossonero è un rebus. Se dovesse cambiare la proprietà, sarebbero tutte da decifrare le intenzioni e i progetti di chi arriverà. Il Milan giovane e italiano chiesto da Berlusconi non sembra essere la ricetta più adatta alle aspirazione di uno dei club più titolati al mondo. Dalle ceneri di questa squadra deve nascere un altro Milan a condizione di nuovi e ingenti investimenti. L'ennesimo tonfo di questa sera fotografa perfettamente l'umore nero dell'ambiente. I giocatori scendono in campo senza grinta. Niente è cambiato rispetto a Udine, anzi forse qualcosa è addirittura peggiorato. In che direzione andrà la gara lo si capisce pochi secondi dopo il fischio d'inizio: è subito il Genoa a farsi pericoloso e a tenere il pallino del gioco. E anche Diego Lopez capisce che sarà una serata impegnativa. Bertolacci scalda i guantoni del portiere rossonero con un pericoloso mancino, al 3' ci provano Bergdich e Niang ma Diego Lopez devia in angolo. Ancora l'ex milanista è pericoloso al 15'. Il Genoa ci crede e si proietta in avanti in un paio di occasioni con Bertolacci in evidenza sotto gli occhi del commissario tecnico Antonio Conte in tribuna.

Il Milan è nervoso, tanto che Menez si fa ammonire al 30' per proteste un giallo che gli costerà l'espulsione nel secondo tempo. L'unico squillo rossonero arriva al 34' con un rasoterra di Cerci controllato da Perin. Due minuti dopo, però, Bertolacci sblocca la partita: azione personale palla al piede, supera la coppia Van Ginkel-Rami e sigla l'1-0. Fischi sonori accompagnano il Milan negli spogliatoi, in un clima di costante contestazione. Nella ripresa si consuma l'epilogo della disfatta. Inzaghi si gioca il tutto per tutto e chiama in campo Destro e Pazzini, sostituendo De Sciglio e un pessimo Honda che addirittura rivolge applausi ironici ad un pubblico in subbuglio. E' il Genoa a trovare subito il raddoppio con Tino Costa. Iago Falque fa tutto bene sulla destra e serve l'assist vincente. Velleitario ogni tentativo del Milan che perde intensità e orgoglio. In campo non si vede gioco, il gol di Mexes - che arriva al 21' - non riapre la partita perché non cambia l'atteggiamento della squadra. Saltano i nervi e Menez si fa espellere per somma di ammonizioni. Il Milan resta in dieci e arriva il tris del Genoa su calcio di rigore per un fallo di Mexes su Kucka, trasforma dal discetto Iago Falque. Il triplice fischio dell'arbitro, come scrivono gli ultras della Sud, "mette fine allo scempio". Mesto rientro negli spogliatoi con un domani tutto da scrivere. Sarà una lunga notte. Forse l'ultima da rossonero per Pippo Inzaghi.

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