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Alberto Nisman

Il procuratore argentino trovato morto nel giorno in cui doveva presentare un rapporto contro la Kirchner

Alberto Nisman

Redazione Ansa

Alberto Nisman era il pm incaricato dell'inchiesta sull'attentato del 1994 contro l'associazione ebraica Amia, trovato morto nel bagno del suo appartamento, ucciso da un colpo di pistola alla testa. Per la strage Amia, il procuratore aveva puntato il dito contro la presidente Cristina Fernandez de Kirchner e il ministro degli esteri Hector Timerman. Dopo aver preso la decisione di rendere pubblica la propria accusa, Nisman - 51 anni, separato, due figlie - aveva negli ultimi giorni della sua vita moltiplicato i contatti con la stampa, spiegando le ragioni di un'inchiesta sulla quale era impegnato da dieci anni e aveva tra l'altro riferito sulle minacce, anche di morte, alle quali era ormai abituato. Cosi' come alle guardie del corpo, una decina in totale. Ad affidargli quale 'pm speciale' l'inchiesta fu proprio il presidente Nestor Kichner nel 2004. Due anni di tempo e il pm chiese, e ottenne, un mandato di arresto contro numerosi pezzi grossi iraniani. Le tracce seguite dal procuratore di Buenos Aires portavano a Teheran quale mandante intellettuale e agli Hezbollah libanesi quale braccio esecutore della strage. I rapporti di Nisman con la Casa Rosada ebbero però un corto circuito nel 2013, dopo la firma di un controverso, e mai chiarito, memorandum tra il governo peronista della Kirchner e la Repubblica Islamica. Secondo Nisman, il vero obiettivo di Teheran era quello di ottenere, proprio grazie all'accordo, la cancellazione degli ordini di cattura emessi dall'Interpol nei confronti di cinque ex dirigenti iraniani. In sostanza, l'accusa al governo argentino era quella di aver trattato l'impunita' di Teheran.

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