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Maenza-Marchiori-Occhionero, ispirate da Vitti e Claudel

A Giffoni le attrici dicono ai ragazzi, osate ma tutelatevi

Redazione Ansa

Il festival di Giffoni si illumina della bellezza e del talento di tre giovani attrici molto promettenti e molto diverse tra di loro: la bionda Marina Occhionero, la rossa Claudia Marchiori e la mora Giulia Maenza. Tutte e tre entusiaste dell'incontro con i Giffoner +18, praticamente loro coetanei, lanciano ai ragazzi un messaggio dopo aver battuto all'unisono sull'importanza della formazione e dello studio: “Nella vita professionale bisogna anche osare. Lanciarsi in situazioni per le quali ritieni di non essere per nulla adatto. Provarci, in questi casi, è sicuramente una cosa che ti sposta.

Ma è uno “spostamento” positivo. Le cose che ‘spostano' aiutano a crescere”. La Occhionero, astigiana, che nonostante i suoi soli 29 anni vanta già nel suo curriculum tanto teatro (diretta da Oscar de Summa, Luca Ronconi, Cristina Comencini), film come La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, Il primo Re di Matteo Rovere, L'Età imperfetta di Ulisse Lendaro. In viaggio con Adele di Alessandro Capitani, Genitori quasi perfetti di Laura Chiossone e Il talento del calabrone di Giacomo Cimini e serie come SKAM Italia, Non Uccidere, Che Dio Ci Aiuti, Doc, House of Gucci. Il suo ultimo successo è Studio Battaglia, la fiction di Rai1 prodotta da Palomar e Tempesta che l'ha vista nel ruolo di Viola. "Per prendere ispirazione - racconta - mi piace pescare da mondi diversi da quelli della recitazione. Ad esempio una delle donne che mi ha colpita di più è la scultrice francese Camille Claudel". Sa di stare percorrendo una carriera difficile ma dimostra di essere piantata con i piedi saldi per terra. "Noi si ondeggia sempre tra la verità e la finzione - dice - e per questo penso che chi fa questo lavoro debba cercare di non perdere di vista la concretezza e la felicità". La veneziana Claudia Marchiori già a 8 anni ha combattuto per il suo primo ruolo ne La Tempesta di Shakespeare (non per interpretare Ariel ma Trinculo) ma rivela anche un altro suo talento bello e insospettabile. "Parto come pittrice, quindi sono i colori che mi provocano emozioni forti o delicate. Associo ogni cosa ai colori, ogni personaggio è un colore, ogni esperienza è un colore, vivo la vita colori...".

Ha esordito con Noi rimanemmo solo a guardare, terzo film da regista di Pif. Mentre in televisione è stata nel cast di Romulus di Matteo Rovere, di Che Dio ci aiuti di Francesco Vicario e nell'ultima stagione di Un passo dal cielo. Ha dato il volto alla contadina veneta Carla ne La Sposa, la fiction di Rai1 con Serena Rossi. Infine Giulia Maenza, che oltre ad essere bellissima come le altre due, vanta anche una notevole altezza: ha infatti lasciato la sua amata Sicilia per sfilare sulle passerelle di Versace e Dolce&Gabbana e apparire sulle copertine di riviste come Elle e Marie Claire ma due anni fa ha esordito anche nel mondo del cinema con La Regola d'oro accanto a Barbora Bobulova ed Edoardo Pesce. A seguire la serie televisiva La mafia uccide solo d'estate con Anna Foglietta e Alessandro Piavan e la pellicola Netflix di Marco Simon Puccioni Il filo invisibile a fianco di Filippo Timi e Francesco Scianna. La moda le è comunque rimasta nel cuore e nel dna. "Quando studio un personaggio da interpretare - racconta - una delle prime cose che faccio è pensare quali abiti indosserebbe. Mi aiuta a costruire la necessaria empatia".

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