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Investigatori privati a congresso, corsi di laurea e tesserino

Presidente Federpol Ponzi, risultati importanti per la categoria

Redazione Ansa

Hanno preso il via questa mattina a Giardini Naxos i lavori del 66esimo congresso nazionale Federpol, con la partecipazione di circa 200 addetti del settore delle investigazioni private. I lavori sono stati aperti dalla relazione del presidente nazionale di Federpol, Luciano Tommaso Ponzi, che ha tracciato un bilancio dell'attività svolta dalla federazione e dei risultati conseguiti. "La nostra - ha detto Ponzi - è una lunga storia, cominciata nel 1957. Consentitemi, anzitutto, di ricordare chi ci ha preceduto e oggi non c'è più, cui va tutta la nostra riconoscenza per averci trasmesso quell'orgoglio di appartenenza che da sempre caratterizza noi investigatori privati".

Ponzi ha sottolineato nella sua relazione "l'ennesimo risultato importante per la categoria, ovvero la firma di un protocollo di intesa con la Scuola superiore dell'avvocatura e la fondazione del Consiglio nazionale forense". "Un protocollo importantissimo - ha spiegato - non solo per i suoi contenuti, ma anche perché segna una tappa fondamentale nel percorso di legittimazione formale della nostra professione, che non si riconosce più nei falsi miti e negli stereotipi del passato, ma piuttosto rivendica, con orgoglio, un profilo talmente alto da poter favorire nella strada impervia diretta alla verità processuale, l'effettività del diritto di difesa".

Il presidente di Federpol ha poi ricordato gli altri traguardi raggiunti come l'accordo per la certificazione universitaria assieme al primo corso di laurea nelle Università "Tor Vergata" e Unimercatorum di Roma ed anche la firma di un nuovo contratto collettivo nazionale per la categoria al Cnel e, a seguito dei numerosi incontri al Ministero dell'Interno, il riconoscimento del tesserino professionale, in via di realizzazione presso il Poligrafico e Zecca dello Stato. Ed ha concluso con un appello all'unità: "come in tutte le migliori famiglie può capitare di avere incomprensioni, soprattutto quando alla base c'è, come nel nostro caso, una grande passione. Eppure, in ognuno di noi non è mai mancato quell'orgoglio di appartenenza che ci ha sempre permesso di smussare angoli e superare divisioni".

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