Politica

Bonaccini verso l'Ue, nodo successione in Regione 

Probabile voto in autunno. Priolo, De Pascale e Colla in pole 

Elly Schlein e Stefano Bonaccini

Redazione Ansa

"Un nuovo inizio". Per Stefano Bonaccini, proiettato a Bruxelles con la candidatura alle Europee di giugno, ma anche per l'Emilia-Romagna, dove dopo quasi dieci anni di guida bonacciniana si apre ufficialmente la partita della successione. Con la sinistra a caccia di una nuova, forte, leadership e una destra che punterà, nuovamente, a espugnare il fortino rosso. Grandi manovre sotterranee erano già in corso, visto che senza il terzo mandato Bonaccini avrebbe comunque concluso la sua presidenza a inizio 2025, ma ora subiscono un'accelerazione perché l'ipotesi più probabile è che al voto regionale si vada in autunno. È lo stesso Bonaccini a indicare i tempi del suo passaggio di consegne in un lungo videomessaggio condiviso sui social per spiegare agli emiliano-romagnoli i motivi che l'hanno spinto ad accettare la proposta di Elly Schlein di candidatura per la circoscrizione Nord-Est.

L'Europa è dove si decide tutto, scandisce Bonaccini, ma del resto una volta scaduto il suo secondo mandato il governatore emiliano, presidente del Pd, avrebbe dovuto comunque ricollocarsi. Bonaccini assicura che rimarrà fino all'ultimo sul territorio, e "le elezioni regionali si svolgerebbero ragionevolmente nel prossimo autunno" dieci anni dopo la sua elezione del novembre 2014. "Sarà una transizione ordinata". Ma il centrodestra lo attacca: "Si dimetta subito". Stefano Cavedagna, di Fratelli d'Italia, lo ha paragonato a Schettino che "abbandona la nave che affonda", mentre Matteo Rancan, capogruppo Lega in consiglio regionale, quello del governatore è "un gesto altamente irresponsabile".

Verosimilmente il voto ci sarà a novembre. Escluso quindi, come pure previsto dalla legge regionale, che la legislatura termini sotto la guida della vicepresidente Irene Priolo a scadenza naturale. Per il Pd l'Emilia-Romagna non è una regione come un'altra. Insieme al campo più o meno largo che si riuscirà ad aggregare, i dem non possono permettersi di perdere la regione simbolo. La stessa Priolo, attuale numero due di Bonaccini, è in pole per la presidenza. Tra i nomi più quotati l'attuale sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, che però dovrebbe interrompere prima il proprio mandato. Altro nome in ascesa, Vincenzo Colla, attuale assessore regionale al Lavoro, ex Cgil.

Altri aspiranti di mediazione al momento rimangono al coperto. Una partita tutt'altro che locale, non ultimo perché l'Emilia-Romagna è anche la regione della segretaria dem Elly Schlein, che proprio di Bonaccini era la numero due in Regione. I nomi in campo dipenderanno dal risultato delle stesse Europee e non sarà diverso per il centrodestra che tenterà nuovamente la storica impresa di conquistare una regione dove non ha mai governato. Le ultime regionali, dove a sfidare Bonaccini fu la leghista Lucia Borgonzoni, scatenarono una campagna elettorale praticamente nazionale in cui in prima persona si spese fra gli altri leader Matteo Salvini battendo il territorio instancabilmente da Piacenza a Rimini. Gli attacchi al vetriolo di esponenti del centrodestra al "capitano che scende dalla nave" sono già cominciati e ne sono un assaggio.

La platea dei pretendenti di centrodestra al momento è più sguarnita. Dopo che nelle ultime due occasioni il candidato presidente è stato espresso dalla Lega, oggi anche alla luce dei nuovi rapporti di forza nella maggioranza Fratelli d'Italia reclama il proprio turno. Galeazzo Bignami, nome più ovvio, viceministro e plenipotenziario del partito in regione, si è in più occasioni chiamato fuori. Anche in questo caso molto dipenderà dagli equilibri nazionali. Pure per il centrodestra la partita è molto più alta della "sola", ma comunque storica, impresa di conquistare la rossa Emilia-Romagna.

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