Politica

Braccio di ferro Schlein-Emiliano sulla giunta pugliese

Ipotesi di un maxi rimpasto sul tavolo, il governatore temporeggia

Schlein e Emiliano

Redazione Ansa

   Giorni di discussione serrata tra i vertici del Pd nazionale e il presidente della Puglia Michele Emiliano. Al centro il futuro della giunta regionale dopo il "rinnovamento netto" chiesto dalla segretaria Elly Schlein al governatore. La leader spinge per andare oltre "la mera sostituzione di chi è andato via". Rimpiazzare le due assessore che si sono dimesse, dunque, non basta. E il pressing continua.

    Il punto di caduta, al momento, sarebbe quello di un maxi rimpasto che coinvolga almeno cinque assessori. Un'ipotesi auspicata anche da chi conosce bene il territorio e vorrebbe evitare uno scontro frontale tra la segreteria e i vertici dem pugliesi. L'esito, però, non è scontato. Anche perché Emiliano sembrerebbe intenzionato a guadagnare tempo, rimandando almeno per ora una scelta drastica sulla sua giunta.

    Dopo la riunione della direzione dem pugliese, il presidente aveva assicurato: saranno accolte "le richieste provenienti dal Pd di un netto cambio di fase". Il capogruppo del partito al Senato Francesco Boccia torna sull'argomento e tiene il punto.

    "Elly Schlein - spiega - si è battuta per cambiare il Partito Democratico in un congresso molto chiaro ed è conseguente. Devono saperlo tutti i gruppi dirigenti locali che pensano di poter ovviare ad alcuni principi. E questo vale a maggior ragione per la Puglia". E poi incalza: "Emiliano sa benissimo che cosa ha chiesto la segretaria Schlein e io penso che sarà conseguente, darà una risposta all'altezza della sfida".

    Tra i corridoi del palazzo della Regione non tutti sono pronti a scommettere sul fatto che il presidente possa accettare un maxi rimpasto senza battagliare. C'è chi racconta di un'asticella molto alta fissata da Roma, che coinvolgerebbe ben più della metà della giunta nel rimpasto. Soglia che dal territorio verrebbe vista come un commissariamento di fatto. E allora il braccio di ferro va avanti sul numero degli assessori da sostituire. Con alcuni pontieri che coltivano la speranza: cinque potrebbero bastare a entrambe le parti, chi fa pressing e chi resiste. Boccia, intanto, tiene a sottolineare: "a differenza di altri, non indichiamo i nomi degli assessori, per noi è importante fissare i principi".

    Ma per Emiliano il rebus sui nomi non è una questione da poco. Nelle ultime ore stanno circolando quelli dei due civici Giovanni Francesco Stea e Rocco Palese. Insieme a quello di Anna Grazia Maraschio, la cui sostituzione scontenterebbe e non poco Sinistra Italiana. Sul sito della regione è già scomparso il nome di Anita Maurodinoia, coinvolta nell'inchiesta sul voto di scambio. C'è ancora, però, quello della pentastellata Rosa Barone, fuoriuscita dalla squadra dopo il passo indietro del M5s. E il rapporto tra Emiliano e i pentastellati non appare essere un fattore irrilevante per la sfida della nuova giunta.

    Il governatore ha già detto sì alla proposta M5s sulla costituzione di un "organismo di vigilanza" e ha rilanciato la coalizione con i pentastellati: "ha ancora ragione di esistere". Secondo alcuni, Emiliano starebbe temporeggiando proprio per rinnovare la giunta anche con la partecipazione del Movimento. Solo dopo le elezioni europee, però, quando si saranno calmate le acque.
   

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