Politica

'Sciogliere gruppi neofascisti', Schlein attacca Meloni

La leader del Pd: 'Imbarazzante il silenzio della premier'

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Redazione Ansa

"Sciogliere i gruppi neofascisti". "Ma i vostri governi non lo hanno mai fatto". Va in scena al question time alla Camera un botta e risposta tra la segretaria dem Elly Schlein ed il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi dopo l'adunata nera con centinaia di braccia tese alla commemorazione di via Acca Larentia di domenica scorsa. Anche se il vero obiettivo di Schlein è la premier Giorgia Meloni, che non si è ancora espressa sul caso: "il suo silenzio è imbarazzante", accusa. Intanto, ancora saluti romani nella Capitale: alla commemorazione di Alberto Giaquinto, ucciso il 10 gennaio 1979 durante una manifestazione in occasione proprio del primo anniversario della strage di Acca Larentia; e prima del derby Lazio-Roma, quando un gruppo di tifosi biancocelesti a Ponte Milvio ha anche intonato un canto ungherese degli anni '50 contro la dittatura sovietica.

La risposta del ministro ha lasciato "profondamente insoddisfatta" Schlein. "Continueremo ad insistere - ha assicurato - che queste organizzazioni neofasciste vengano sciolte, come chiede la Costituzione, perché rappresentano un pericolo per la pubblica sicurezza. Sono sbagliati i divieti della legge Scelba e della Costituzione? Noi non lo crediamo. Abbiamo presentato una proposta di legge, firmata anche da esponenti di altre forze di opposizione, che raccoglie la spinta delle associazioni antifasciste per rendere ancora più chiara la disciplina, che punisce chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo". C'è quindi l'attacco a Meloni, che "ha parlato 3 ore la settimana scorsa, ma le sarebbero bastati 10 secondi per dichiararsi antifascista, come la Costituzione su cui ha giurato. Siccome ha detto più volte di non essere ricattabile, ci chiedevamo chi la stesse ricattando. Beh, si sta ricattando da sola evidentemente, perché resta in ostaggio del suo passato, da cui continua a non voler prendere la distanza".

Critico anche il leader M5s Giuseppe Conte: "avere un presidente del Consiglio - ha detto - che non spende una parola e che, come sempre, mette la testa sotto la sabbia quando c'è qualche posizione critica e non riesce a dare ai cittadini italiani un'indicazione del fatto che gesti fascisti che rievocano l'apologia del fascismo non sono permessi, è grave".

Respinge le accuse al mittente il ministro della Difesa, Guido Crosetto: "ho sempre preso le distanze da ogni manifestazione che ricordi i regimi passati". Mentre per il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti "è vergognoso che la segretaria del Pd Schlein, che oggi ha manipolato il manipolabile, non abbia espresso una sola parola di condanna per gli assassini dei giovani missini di Acca Larentia e neppure abbia chiesto che dopo quarantasei anni sia resa loro giustizia". Duri invece l'Anpi, che ha presentato una denuncia nei confronti dei partecipanti all'adunata e la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni. che ha parlato di "nostalgia pericolosa. Anche oggi quel gesto ha un significato. Non è solo rievocazione storica. Spero che dalla magistratura sia ribadita una condanna assoluta".

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