Politica

Rama difende l'intesa con Meloni, patto a tre con Sunak

Leader contro migrazioni illegali. Musk ad Atreju,fate più figli ROMA

Redazione Ansa

 Giorgia Meloni applaude Edi Rama, mentre dal palco il premier albanese assicura che l'accordo sui migranti fra Italia e Albania "non ha nulla di incostituzionale". Abbraccia Rishi Sunak, "un amico mio e dell'Italia", che evoca "il radicalismo di Thatcher" contro l'immigrazione illegale, e con lui avvia il cofinanziamento di un progetto italo-britannico di rimpatri volontari dalla Tunisia.

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Poi discute oltre tre quarti d'ora con Elon Musk, di Intelligenza artificiale, natalità e del sistema satellitare Starlink, condividendo la sua idea che non possono essere i flussi migratori a risolvere l'inverno demografico europeo. Così in poche ore la premier, fra la cornice di Atreju e quella di Palazzo Chigi, rinsalda una triangolazione "contro i trafficanti di umani" con due Paesi extra Ue, Albania e Regno Unito, in attesa che l'Unione europea definisca la sua politica migratoria comune.

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Lunedì è fissato un appuntamento cruciale nel negoziato tra Parlamento europeo e Consiglio Ue per chiudere il nuovo Patto per la migrazione. L'intesa è in salita, ma Meloni a Bruxelles ha già espresso soddisfazione perché su questo tema "è passato per intero un paragrafo proposto dall'Italia" nelle conclusioni del vertice dei giorni scorsi. Tornata a Roma la leader di FdI si è divisa fra la kermesse a Castel Sant'Angelo e Palazzo Chigi, affrontando il dossier migranti con due alleati sempre più stretti come appunto Rama e Sunak, e accogliendo Santiago Abascal, atteso solo per la giornata conclusiva ma arrivato prima a sorpresa. Il leader del partito spagnolo di estrema destra Vox era accanto alla premier in prima fila durante l'intervento di Musk, la star più acclamata di questa edizione di Atreju, che con Meloni ha poi avuto un lungo colloquio su Intelligenza artificiale, Starlink (il suo sistema satellitare) e natalità. "Fate figli o la cultura dell'Italia scomparirà", l'esortazione del magnate, sul palco con uno dei suoi pargoli sulle spalle.
Poco prima la presidente del Consiglio aveva applaudito Rama che liquidava le polemiche sul protocollo fra Roma e Tirana: "I francesi i migranti non li vorrebbero, gli albanesi li accettano e sono gli albanesi il problema?". Ora il trattato è in standby in attesa del vaglio della Corte costituzionale albanese. "Ha fatto il suo dovere, per la Costituzione è automatico sospendere un accordo per prenderlo in considerazione prima della ratifica del Parlamento - ha spiegato il primo ministro -. È la prova che io non controllo le corti in Albania". Potrebbe servire fino a marzo per un verdetto, ma per il leader socialista "la decisione sarà presa molto prima. Bisogna che i governi sappiano se possono andare avanti o no".

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Resta incertezza sullo scenario, ma pensare hotspot fuori dall'Italia e dall'Ue è la strada giusta anche secondo Sunak.
Questa intesa e quella fra Regno Unito e Rwanda, ha assicurato il premier britannico, puntano a "interrompere il modello di business delle gang criminali. E se questo ci richiederà di aggiornare le nostre leggi e di avere conversazioni a livello internazionale per creare un framework sull'asilo politico dobbiamo farlo". Da qui il richiamo all'esempio di Margaret Thatcher, che da Downing Street negli anni '80 "non si è mai tirata indietro anche quando la lotta era dura", ha ricordato Sunak definendo "immorale" il flusso di sbarchi a Lampedusa e ringraziando Meloni "per la sua leadership a livello globale e internazionale".
In quest'ottica, con la premier ha deciso "di cofinanziare un primo progetto italo-britannico di rimpatri volontari assistiti nei paesi di origine predisposto dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni a favore di migranti bloccati in Tunisia", come annunciato dopo il bilaterale a Chigi. Al termine, ai due si è unito Rama per un pranzo di lavoro chiuso con l'impegno a "intensificare ulteriormente la collaborazione fra i tre Paesi a contrasto dei trafficanti di esseri umani". 

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