Politica

Lollobrigida: 'Non fuggo al confronto ma non mi dimetto'

Il ministro sulla vicenda del treno: 'Ho agito nella legalità'

Redazione Ansa

"Per quanto è di mia competenza farò tutto quello che è necessario. Non sono mai fuggito al confronto. Sono convinto di aver agito non solo nell'ambito della legalità e della norma ma nell'interesse dello Stato e per rappresentarlo a Caivano". Così il ministro dell' Agricoltura Francesco Lollobrigida a margine del Forum Coldiretti, rispondendo a una domanda sulla vicenda del treno e di un'eventuale richiesta a riferire in Aula. E alla domanda sulla richiesta di dimissioni dalle opposizioni ha detto "No", non mi dimetto".

"Quella discesa dal treno non era per andare in vacanza o andare a trovare la mia famiglia, ma per andare a fare il mio lavoro", ha ribadito Lollobrigida. "Per me il vero privilegio - ha aggiunto - è stato quello di stare tra i cittadini di Caivano, a cominciare dai bambini, che sono il nostro futuro e che oggi sono nelle condizioni di tornare a frequentare il parco, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e dell'esercito che in tempi velocissimi hanno ripulito quella che era una piazza di spaccio. Lo Stato c'è, c'è in tempi celeri e non solo quando i riflettori erano accesi ma anche nei giorni successivi".
   

 

Tajani: 'Il caso del treno è chiuso, non c'è nessuno che si deve dimettere'

"Mi pare che Ferrovie e il ministro hanno chiarito la vicenda: Fs ha detto che non c'è stato alcun abuso e per me non c'è nessuno da far dimettere. La vicenda è chiusa e chiarita". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione organizzato a Roma da Coldiretti e The European House - Ambrosetti.

"Il ministro non stava andando in vacanza con la famiglia ma stava andando a Caivano - ha detto Tajani - ricordo bene che lui ha partecipato in Aula alla Camera sul dibattito sull'Albania e mi ha detto sto partendo per andare di corsa alla stazione per prendere il treno per andare a Caivano. Era quindi per un motivo di servizio a svolgere il suo lavoro istituzionale, era quindi un motivo di servizio. Il privilegio c'è quando si tratta di una vicenda personale, qui si tratta di una fermata prevista dalle norme come ha detto Ferrovie. Andava a svolgere un lavoro istituzionale, non c'entrano nulla quindi i pendolari".

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