Politica

Dl bollette: la Camera approva il testo, va al Senato

Il testo approvato con 158 voti a favore, 71 contrari e sei astenuti

L'Aula di Montecitorio

Redazione Ansa

Via libera dell'Aula della Camera al decreto legge bollette. Il testo, approvato a Montecitorio con 158 voti a favore, 71 contrari e sei astenuti (i deputati del Terzo polo), passa al Senato. 

Nel pomeriggio la Camera aveva approvato la fiducia posta dal governo sul decreto Bollette, con 199 voti favorevoli, 129 contrari.

Nelle dichiarazioni di voto, la Svp e le minoranze linguistiche avevano annunciato l'astensione sulla fiducia posta dal governo sul decreto bollette mentre voteranno a favore del provvedimento. Lo ha annunciato nell'Aula della Camera Renate Gebhard.

"Avete conquistato il triste record di due fiducie alla settimana, non era facile, e con quella di oggi sul cosiddetto 'decreto bollette' mostrate tutto il vostro disprezzo per il Parlamento", ha dichiarato Marco Grimaldi, vice presidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, in merito al voto di fiducia di oggi.

"Il provvedimento è scritto per gli amici di elusori ed evasori, di positivo c'era solo la norma sulla stabilizzazione dei ricercatori del personale precario della ricerca sanitaria pubblica, ovvero di Ircss e Izs, categoria tenuta per decenni in una condizione di precarizzazione, ma la avete stralciata per assenza di copertura. Le aziende ospedaliere potranno poi continuare fare ricorso ai gettonisti, non soltanto nei servizi di emergenza-urgenza ospedaliera, come si indicava nel testo iniziale del decreto, ma anche in altri reparti, se necessario. Per la sanità un duro colpo, mentre per le aziende dell'energia fossile e per chi ha evaso i tributi di Regioni ed enti locali questo provvedimento è un vero favore", conclude Grimaldi.

"È incomprensibile la scelta di inserire nel cosiddetto 'Decreto bollette' uno scudo penale per i grandi evasori. Si depenalizzano i reati di omesso versamento per chi aderisce alla tregua fiscale, a patto che i versamenti vengano effettuati entro la sentenza di appello, con la solita scusa di venire incontro ai piccoli contribuenti in difficoltà. Ma i piccoli contribuenti, artigiani, commercianti, difficilmente maturano un debito, in un solo anno, di almeno 250 mila euro di Iva o di almeno 150 mila euro di ritenute verso i dipendenti. Smettetela parlare di contribuenti che hanno dichiarato e poi hanno avuto difficoltà a pagare. I soggetti che premiate con questa norma sono colletti bianchi, amministratori delle grandi società, che magari hanno deciso di non pagare le imposte dei loro dipendenti, e probabilmente anche i loro contributi". Lo ha detto Emiliano Fenu, capogruppo M5s in Commissione finanze della Camera, annunciando nell'aula di Montecitorio il no pentastellato al voto sulla fiducia posta dal governo sul Dl bollette.

"Qua le piccole imprese in difficoltà non c'entrano niente. Siamo preoccupati - ha proseguito - perché questo governo si sta mostrando un inutile veicolo di alcuni potentati, con norme che privilegiano poche, ristrette ed esclusive platee, grandi imprese di sistema che hanno fatto grandi affari sulle difficoltà degli italiani e che possono continuare a vivere tranquille e indisturbate. Pensiamo solo alla continua richiesta da parte nostra di tassare gli extraprofitti di banche, società farmaceutiche, assicurazioni, industria delle armi: richiesta sistematicamente ignorata dal governo".

Mauro Del Barba, deputato di Azione-Italia Viva-Renew Europe ha attaccato a sua volta il provvedimento: "Invece che bollette questo decreto dovrebbe essere ribattezzato 'Dl fine dell'abbrivio', l'abbrivio dato dalla spinta del governo precedente, di cui quello attuale ha spesso beneficiato", ha detto. "Se da una parte vengono riproposte le iniziative indicate da altri, dall'altra questo avviene senza alcuna capacità di visione, unita a una tecnica sbiadita. In Commissione abbiamo visto una mancanza di pareri e relazioni tecniche, coperture sbagliate, impegni rimangiati, l'assenza di giustificazioni politiche anche per i no dati ai commissari di maggioranza. La stessa confusione e mancanza di politica la vediamo sul Pnrr, sul Mes, sulle riforme, sul tribunale dei brevetti di Milano. Vorremmo vedere la politica, confrontarci sulla politica e su quella esprimere i nostri sì o no. Su ciò che ci proponete oggi non ci resta che dire 'no, assolutamente no!", ha concluso.

Il vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e deputata Fdi Maria Teresa Bellucci ha ribattuto affermando che "sostenere concretamente famiglie e imprese è la priorità del governo Meloni. Dopo il taglio del cuneo fiscale, grazie al decreto bollette viene favorita la capacità produttiva degli imprenditori e vengono aiutati i nuclei familiari che faticano a pagare le bollette a causa del caro energia. Con il rafforzamento del bonus sociale elettrico e del gas, a cui accederanno anche le famiglie più numerose, l'azzeramento degli oneri di sistema e i contributi straordinari in forma di credito d'imposta destinato alle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas, la riduzione dell'Iva prevista anche per il teleriscaldamento e l'energia prodotta con il metano, si mettono a terra numerosi sostegni per agevolare la ripresa economica ampliando anche la platea dei beneficiari".

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