Politica

Resta l'incognita sull'intesa tra Pd e M5s

Alleanza bene solo in una città su 4. Il M5s da solo male, il Pd tiene

Schlein e Conte

Redazione Ansa

Il risultato del test è deludente, seppur parziale. Bisognerà attendere gli esiti dei ballottaggi di fine maggio per tirare le somme e approfondire l'analisi. Ma l'alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, stando ai primi dati raccolti, non sembra aver dato i frutti sperati.

L'intesa, stretta in 4 capoluoghi di provincia su 13, vede il candidato giallorosso prevalere soltanto a Teramo, dove è vicina la vittoria al primo turno. Il tonfo più pesante è quello di Latina, dove Damiano Colletta ha già perso, non sfondando neanche il 30%. E anche a Pisa l'alleanza è prossima alla disfatta al primo turno. Mentre a Brindisi si va verso il ballottaggio con molti punti di distacco dal centrodestra. I commenti dei leader Giuseppe Conte e Elly Schlein si fanno attendere. Nessuno si sbilancia nell'analizzare una situazione ancora in via di definizione. Ma la riflessione, su entrambi i fronti, è già avviata.

La segretaria Dem aveva chiuso la sua campagna elettorale in Toscana, nella speranza di accelerare la ripresa nell'ex zona rossa. A Pisa, laboratorio dell'alleanza con il M5s, aveva parlato di sfida decisiva. Ma la "swing city" scontenterebbe soprattutto chi, al Nazareno, continua a guardare con speranza al consolidamento di una coalizione con i pentastellati. I componenti della segreteria tengono le bocche cucite. Del resto, il cammino verso queste intese nei territori non è stato intrapreso dalla nuova guida. L'unico a parlare è Davide Baruffi, responsabile Enti locali, che esprime cautela. La speranza, velata, è che il supporto dei 5 Stelle possa arrivare nei ballottaggi. Come già avvenuto ad Udine, sancendo la vittoria del candidato del centrosinistra. Le indicazioni di voto, però, si faranno attendere.

Intanto, il Nazareno osserva un dato. Il Pd tiene, anche lì dove non è alleato con il M5s. Certo, non si può parlare di effetto Schlein, ma nemmeno di debacle. Qualche indicazione positiva, ad esempio, arriva da Brescia, Vicenza e Massa. "Stare sui territori conta", è il ragionamento Dem nelle prime ore post voto. Lo stesso non si può dire ai vertici del Movimento. Campo Marzio tiene un profilo basso. Prevale la consapevolezza e il realismo per l'affanno già dimostrato in questo genere di competizioni. Il ragionamento di queste ore è che i risultati siano in linea con le aspettative. Gli obiettivi non erano grossissimi.

Certo, le deludenti cifre raggiunte dal M5s in solitaria offriranno spunti di riflessione nei prossimi giorni. Conte, all'indomani della disfatta delle scorse regionali, aveva preannunciato una nuova spinta del M5s verso il radicamento nei territori. Ma il tempo a disposizione, si ragiona ai vertici, è stato insufficiente. Il presidente aveva chiuso la campagna elettorale a Brindisi, sostenendo il candidato pentastellato dell'alleanza giallorossa. Anche qui, però, l'intesa supera di poco il 30%. E sempre qui, Conte aveva ribadito come l'alleanza strutturale con il Pd non fosse all'orizzonte. Un ennesimo tentativo di smarcarsi dalle "nozze" con Schlein. Ora, i risultati definitivi in arrivo dalle urne non fanno che accrescere le incognite.  

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