Politica

Scontro sul caro affitti, Bernini critica Valditara per la polemica con i comuni

Il ministro dell'Istruzione aveva attaccato le giunte di centrosinistra

Redazione Ansa

Dilaga la protesta contro il caro affitti nelle grandi città italiane - dopo Milano e Roma, anche a Torino, Cagliari, Padova, Pavia e Bologna, nonostante la pioggia, stanno spuntando le tende degli studenti davanti ai rettorati - e si accende al contempo lo scontro politico tra il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara e i sindaci di
centrosinistra da una parte e tra lo stesso Valditara e la ministra dell'Università Anna Maria Bernini dall'altra.

Continuano le proteste contro il rincaro degli affitti per gli universitari fuori sede e si moltiplicano le tende di fronte agli atenei di tutta Italia. Si amplia l'iniziativa delle tende davanti alle università italiane. A Pavia gli studenti dell'Udu, l'Unione degli universitari, pianteranno le loro a Piazza Da Vinci, a Padova saranno di fronte a Palazzo del Bo, a Perugia a Piazza Italia, dalle ore 16, a Milano continua la protesta di fronte al Politecnico con la Terna Sinistrorsa. Ulteriori iniziative dell'Udu sono previste nei prossimi giorni, tra cui Bologna.

Nel mentre scoppia anche il caso politico, con il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che a Sky punta il dito sul centrosinistra: "Io credo che il problema del caro affitti è grave ma tocca le città governate dal centrosinistra." - e aggiunge - "Evidenzio come nelle città dove ci sono gli accampamenti degli studenti non sono state attivate dalle giunte comunali politiche a favore dei giovani e degli studenti per offrire loro un panorama abitativo decoroso".  E c'è uno scontro nella maggioranza, perché c'è 'irritazione' al ministero dell'Università per la ricerca di una contrapposizione con le amministrazioni locali, ritenuta controproducente al raggiungimento di una soluzione efficace e il più possibile condivisa del problema del caro affitti per gli studenti. La strada da percorrere per risolvere un problema annoso - secondo quanto si apprende da fonti qualificate - deve essere quella del dialogo e del coinvolgimento di tutti. E il ministro Anna Maria Bernini è decisa a proseguire su questa linea "senza alimentare inutili polemiche".

 

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Il ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara

In risposta alle parole del ministro in una nota Irene Manzi, responsabile scuola del Pd: "Il caro affitti è un problema grave e un governo serio si assumerebbe la responsabilità di affrontarlo invece di scaricare le responsabilità contro i Comuni guidati dagli avversari politici. E continua: "Il Ministro dell'Istruzione dovrebbe sapere bene che nel PNRR ci sono 960 mln di euro per gli alloggi dedicati al diritto allo studio. Procedano con urgenza e incrementino in modo significativo le risorse a sostegno del fondi affitti per gli studenti fuori sede", conclude Manzi. 

Sul tema interviene anche la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, dalla città di Umbertide per un'iniziativa a sostegno del candidato sindaco Sauro Anniboletti: "Siamo vicini alle studentesse e agli studenti che stanno protestando contro il caro affitti. E' diventato impossibile per loro trovare una casa e questo incide sul diritto allo studio che è fondamentale nel nostro Paese". "Il Pd - ha detto ancora la segretaria - continuerà a spingere per convincere il governo a tornare indietro sull'errore madornale che ha fatto cancellando il fondo per gli affitti, 330 milioni di euro". 

"Quando parla di caro-affitti, Valditara dovrebbe ricordarsi che fa parte di un governo che si è assunto la responsabilità di non rifinanziare né il fondo affitti né quello per le morosità incolpevoli e che ha anzi vergognosamente bocciato un emendamento M5S al dl Bollette proprio per rifinanziare entrambi i fondi. Perché non convince Giorgia Meloni e tutto il governo a fare un passo in questo senso? Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione istruzione e università alla camera Anna Laura Orrico, Antonio Caso, Gaetano Amato e Susanna Cherchi.

"Non voglio cavalcare polemiche, ma trovare soluzioni. Il momento è difficile, c'è una congiuntura economica che pesa molto anche sugli affitti. Non possiamo perdere tempo, dobbiamo dare risposte subito, ponendoci in una posizione di ascolto e non di contrapposizione", lo scrive sui social il ministro dell'Università Anna Maria Bernini. In una intervista a Il Giornale la ministra afferma tra l'altro: "servono più risorse, con il governo abbiamo già messo in legge di bilancio 400 milioni in più extra Pnrr ma è solo un primo passo". E ancora: "Il Pnrr prevede di realizzare 60 mila posti aggiuntivi. Il ministero ha già raggiunto il primo target asegnando agli studenti 7500 posti letto. Nelle prossime ore partirà una manifestazione d'interesse per capire gli immobili pubblici su cui possiamo contare per creare gli altri 52.500 posti previsti". Al Tg1 Bernini afferma: "Abbiamo chiesto al Demanio alle Regioni e ai Comuni di mettere a disposizione degli studentati gli immobili dismessi". 

Scrive su Facebook il leader del M5s Giuseppe Conte: "Dopo Milano, in molte città d'Italia si stanno moltiplicando le tendopoli di studenti davanti alle università per protestare contro il caro-affitti e l'emergenza abitativa. Una piaga che la destra ha contribuito a diffondere tagliando il fondo per le morosità incolpevoli e quello destinato al sostegno degli affitti. A Giorgia Meloni dico: c'è un Paese che grida e getta sul tavolo del governo le sue preoccupazioni. In pandemia promettevi 1000 euro con un click ai cittadini. Noi non stiamo proponendo misure irrealizzabili, ma interventi concreti e urgenti. Ora da Palazzo Chigi se ci sei, batti un colpo" conclude Conte.

Le risposte dei sindaci delle città governate dal centrosinistra

Sul tema interviene il sindaco di Roma Roberto Gualtieri intervistato da Omnibus: "E' uno scaricabarile penoso, vorrei evitare di scadere a un livello così basso. Tutte le istituzioni dovrebbero fare la loro parte e affrontare questo problema. Tra l'altro gli studentati non sono nemmeno competenza dei Comuni". E aggiunge - "Se facciamo il balletto della propaganda politica mentre gli studenti stanno con le tende e hanno il caro-affitti non è un bello spettacolo. Mi sottraggo a questo teatrino". 

"Sono venuto qui subito per manifestare solidarietà agli studenti, siamo pronti a sederci al tavolo con la Regione Lazio e gli atenei per trovare una soluzione a un problema che va avanti da decenni. Vi siamo vicini, buona battaglia!", ha concluso. 

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Roberto Gualtieri dagli studenti in tenda

In risposta alle parole del ministro Valditara, anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore, a margine di una conferenza stampa: "Per essere il ministro del Merito è abbastanza disinformato. Il diritto allo studio è competenza delle Regioni e dello Stato, come ministro sarebbe bene che si mettesse a lavorare invece di dichiarare. Il governo è molto indietro nel dare una risposta, c'è bisogno di risorse sul diritto allo studio e serve un piano casa nazionale". "Non ho molto compreso le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, che per altro non si occupa di edilizia universitaria. La derubricherei come una gaffe e girerei pagina" ha detto Lepore.

Secondo Lepore, alle città "servono aree a basso costo, per costruire alloggi accessibili, non case da 8 mila euro al metro quadro. Lo Stato attraverso il Demanio deve dare ai Comuni le grandi caserme inutilizzate a questo scopo: costruire case popolari e alloggi per studenti. Bologna ha una grande tradizione, ma 18 aree ex militari e ferroviarie sono totalmente inutilizzate da 15 anni". 

Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, replica al ministro Valditara: "O quella del ministro Valditara è una battuta, peraltro riuscita male, oppure è frutto di una riflessione. Se è frutto di una riflessione profonda, credo che con questa affermazione il ministro Valditara illumini il Paese rispetto a quello che lui è; se è una battuta, rispondo con una battuta: magari è così perché gli studenti hanno più voglia di stare nelle città di centrosinistra che non di centrodestra perché accolgono la loro complessità e le loro problematiche".

Ancora, il sindaco di Firenze Dario Nardella su Twitter: "Valditara scarica sulle città di centrosinistra le colpe del caro affitto che grava sugli studenti. Come se dipendesse dai sindaci! Ma il ministro dov'era mentre il suo governo votava a dicembre l'azzeramento del fondo nazionale affitti? Non c'è limite alla vergogna".

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Caro affitti: protesta degli studenti
Le associazioni sindacali 

In risposta alle parole del ministro dell'Istruzione interviene poi il sindacato degli studenti Unione degli Universitari che sottolinea come "La crisi abitativa non dipende dal colore politico della Giunta Comunale, ma anzitutto dalle politiche statali e regionali attuate negli ultimi anni. Un esempio? I comuni di Pavia e Perugia che sono amministrate da giunte di destra, all'interno di Regioni governate dalla destra. La dichiarazione del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara è fuori dal mondo".

In entrambe le città l'Unione degli Universitari annuncia che monterà le tende: oggi pomeriggio a Pavia, domani a Perugia. Ma anche a Padova, oggi pomeriggio, mentre nei prossimi giorni toccherà a Bologna. Le tende si aggiungono a quelle montate in questi giorni a Milano, Torino e Firenze". A dirlo è Simone Argutoli dell'Unione degli universitari: "Perugia e Pavia sono città di medie dimensioni con grandi università, nelle quali il canone resta più basso di Milano o Roma, ma ci sono evidenti problemi di carenza degli alloggi. A Pavia, ad esempio, avevamo svolto l'anno scorso un'indagine che aveva mostrato come mancassero centinaia di posti letto".

"Esprimiamo solidarietà e vicinanza alle studentesse e agli studenti universitari per la protesta contro il caro affitti, che senza un governo della questione rischia di minare il diritto allo studio universitario". Lo afferma la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. "Sono anni che nel nostro Paese il tema degli alloggi e della casa è scomparso dall'agenda politica ed è ora di riportarlo in cima alle priorità per contrastare le disuguaglianze crescenti". Le regioni, afferma ancora Veronese, "che hanno la potestà legislativa per il diritto allo studio universitario, stanziano ogni anno soltanto 500 milioni di euro: una goccia nell'oceano. Chiediamo al governo e alle istituzioni tutte di accelerare i progetti del Pnrr per aumentare gli alloggi per gli studenti".

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Caro affitti: protesta degli studenti alla Sapienza

Sul tema intervengono anche Cgil nazionale e Sunia: "Sosteniamo la mobilitazione nazionale degli studenti che chiedono risposte al Governo sulla crisi abitativa". "In Italia - si legge nella nota - gli studenti fuori sede sono più di 750.000. Per rispondere a queste necessità il sistema di diritto allo studio pubblico fornisce circa 39.000 posti letto che riescono a tutelare il 5,2% degli aventi diritto. La scarsità dei posti letto spinge inevitabilmente gli studenti a reperire alloggi nel libero mercato, un mercato 'distorto' e caratterizzato da forme speculative, elusione ed evasione fiscale".

"I dati Istat mostrano una situazione drammatica - proseguono Cgil e Sunia - i prezzi delle camere singole risultano aumentati di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021, e di 13 punti rispetto al 2022 fino a raggiungere un costo medio mensile di 539 euro e annuale di 6468 euro con picchi massimi nelle grandi città come Milano, Padova, Roma, Firenze e Bologna, che hanno toccato affitti mensili anche di 700 euro al mese". "Oltre a tali costi si devono aggiungere le spese accessorie come il condominio, la tassa sui rifiuti e le utenze varie, che hanno subito forti rincari. Al momento, affittare la propria casa a turisti mediante piattaforme online, appare molto più conveniente a livello economico e con minori rischi, complice anche un sistema di legge sulle locazioni abitative che favorisce con importanti sgravi fiscali gli affitti brevi". Secondo Cgil e Sunia "occorre istituire dei fondi a favore dei Comuni per coofinanziare l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi, a partire dal patrimonio invenduto degli enti previdenziali, di aziende pubbliche e private fallite, dai beni confiscati alla mafia". 

 

 

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